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Universitari stranieri a fianco dei vigili nei quartieri a rischio

È l'ultima idea del Comune di Milano per fronteggiare l'emergenza sicurezza in città. L'assessore Rozza pronta a stipulare accordi con gli atenei milanesi: «Ci ispiriamo a Rotterdam, dove giovani bilingue facilitano i rapporti della polizia con le diverse etnie»

di Gabriella Meroni

Ragazzi di origine araba, cinese e latina affiancheranno le pattuglie delle Polizia locale per i controlli nei quartieri a rischio, da via Padova a San Siro fino a via Imbonati. Il Comune di Milano ha varato un nuovo piano sicurezza e cerca “stagisti” che aiutino gli agenti nel dialogo con le varie comunità straniere presenti a Milano.

Il profilo ideale è quello di uno studente universitario bilingue, e per questo Palazzo Marino ha già attivato partnership con le università Cattolica, Bocconi e Bicocca che realizzano master sulla sicurezza urbana e hanno studenti che arrivano da tutto il mondo. La notizia arriva direttamente dall’assessore alla Sicurezza Carmela Rozza, che ha parlato di «Modello Rotterdam» spiegando: «Entro la primavera del 2017 vogliamo formare pattuglie miste: tre vigili di quartiere affiancati da uno stagista di origine straniera e di lingua-madre araba, cinese o spagnola. Per fare solo un paio di esempi: stagisti arabi e musulmani, ma anche latinos, in via Padova. Stagisti arabi a San Siro. Tra i vigili urbani milanesi non ci sono agenti di origine straniera», ha concluso l’assessore, «quindi abbiamo pensato a questa soluzione. Gli stagisti avranno un rimborso spese e saranno dotati di indumenti identificativi. Non solo. Potranno anche ottenere un punteggio aggiuntivo nei prossimi concorsi per entrare nella Polizia locale milanese. L’inclusione nasce anche arruolando cittadini di origine straniera nelle forze dell’ordine».

Il riferimento a Rotterdam non è casuale: due settimane fa Rozza è stata nella città olandese per un summit europeo sulla sicurezza urbana ed è rimasta colpita dal modello adottato in quei quartieri: «A Rotterdam, che conta cittadini di 154 diverse etnie, la Polizia ha al suo interno degli agenti che sono immigrati di seconda o terza generazione. Sono agenti che curano il rapporto con i cittadini stranieri sul territorio e possono dialogare nella loro lingua per prevenire i fenomeni di radicalizzazione».

Lo stesso modello sarà adottato anche nei parchi in vista della bella stagione, quando spesso le aree verdi sono teatro di bivacchi e raduni da cui possono scaturire fenomeni spiacevoli. «Per le aree verdi vale lo stesso principio», ha detto ancora l’assessore, che ha incontrato il console filippino, e a breve sentirà quelli dei Paesi latinoamericani, cominciando da quello del Perù. «Sto chiedendo loro di indicarmi dei volontari da inserire nelle Guardie ecologiche comunali per presidiare i parchi e dialogare con gli immigrati. Anche nei parchi, come nelle strade, vogliamo affermare lo stesso principio: ci sono delle regole da rispettare».


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