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Cooperazione & Relazioni internazionali

Children cannot wait: appello all’Ue per i piccoli migranti

78 organizzazioni internazionali di tutela dei diritti dei bambini - tra cui Unicef e Save the Children - hanno sottoscritto una dichiarazione in occasione dell'inizio del 10° Forum europeo sui diritti dei minori a Bruxelles. Sette le azioni prioritarie per proteggere i bambini migranti e rifugiati individuati dalle associazioni

di Antonietta Nembri

«Le Istituzioni europee e gli Stati Membri devono fare di più per proteggere i bambini rifugiati e migranti», Lo chiede una dichiarazione firmata da 78 agenzie, fra cui l’Unicef e Save the Children, in occasione dell’inizio del 10° Forum Europeo sui diritti dei minori a Bruxelles.
La crisi migratoria europea entrerà presto nel suo terzo anno, i bambini saranno sempre più numerosi e l’impatto sulle loro vite sarà ancora più tragico. Fra gennaio 2015 e settembre 2016, oltre 664.500 bambini hanno richiesto asilo in Europa; quest’anno, in Italia, su 10 minori arrivati, 9 erano non accompagnati; in Grecia per 23mila bambini il futuro continua a rimanere in bilico, così come il loro accesso all’istruzione.

Si stima che, solo quest’anno, più di 700 i bambini siano morti in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa. La scorsa settimana, un bambino di sei anni è morto in un incendio nel campo Moria sull’isola greca di Lesbo.

Il fallimento delle azioni per rendere prioritaria la protezione dei minori preoccupa fortemente l’Unicef e Save the Children, perché in questo modo i bambini sono esposti ancora di più a rischi. Si è fatto troppo poco per rispondere ai particolari bisogni di questi minorenni. I bambini in Svezia, per esempio, rimangono spesso fino a un anno in attesa dell’udienza per la loro richiesta d’asilo. I bambini bloccati in Grecia, in media, sono rimasti fuori dal percorso scolastico per 20 mesi. Sono tanti coloro che devono aspettare oltre un anno per raggiungere i membri della propria famiglia in altri stati dell’Ue – un ritardo pericoloso, che può provocare la scomparsa di alcuni bambini o che finiscano nelle mani dei trafficanti.

L’Unione Europea e gli Stati Membri possono fare molto di più per proteggere i bambini e rispondere ai loro particolari bisogni.

Rivolgendosi al Forum, le associazioni per la tutela dei diritti dei bambini invitano a intraprendere azioni concrete, a definire una leadership, dedicare risorse economiche pubbliche e concordare quadri strategici che definiscano gli obiettivi e misurino i progressi, ricordando che i bambini non si proteggono da soli.
Le 78 organizzazioni partner identificano 7 azioni prioritarie per proteggere i bambini migranti e rifugiati oggi e aiutarli ad affrontare il loro futuro. Fra queste azioni: l’adozione urgente di un piano d’azione europeo per i minori migranti, tutele rafforzate per i bambini nella legislazione in tema di asilo, maggiori finanziamenti per i sistemi nazionali di protezione dei minori e la creazione di meccanismi per proteggere i bambini ai confini.

Le agenzie sostengono che, fino ad ora, le azioni a livello europeo sono state sporadiche e insufficienti. Risulta quindi necessaria un’azione a tutto campo per i minori migranti, che mette insieme tutte le autorità responsabili e incoraggi gli Stati a raccogliere e diffondere i dati in modo più efficiente.
La riforma del sistema europeo comune di asilo, attualmente in corso di dibattito al Parlamento Europeo, offre un’opportunità unica per assicurare ai bambini l’accesso a tutori legali, istruzione e ricongiungimento familiare. L’azione dell’Unione Europea è inoltre necessaria per porre fine alla detenzione di bambini migranti e rifugiati e per l’individuazione di alternative valide.

Molti di questi bambini cresceranno e diventeranno cittadini europei. Dovrebbero – rimarcano le organizzani – essere considerati prima di tutto bambini, a prescindere dal loro status di migranti. Gli Stati devono investire su di loro e metterli nelle condizioni di poter sviluppare il proprio potenziale per partecipare appieno alla vita delle comunità.

In apertura foto di Anfreas Solaro/AFP/Getty Images


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