Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Politica & Istituzioni

Messa al bando della armi nucleari: “Italia ripensaci!”

Questo l'appello a Renzi e Gentiloni di Senzatomica e Rete Italiana per il Disarmo. Entro il 12 dicembre l'Assemblea delle Nazioni Unite dovrà confermare il voto sulla risoluzione L41 dello scorso ottobre

di Redazione

Entro il 12 dicembre l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite è chiamata a ribadire il voto sulla risoluzione L41 avvenuto lo scorso 27 ottobre nell’ambito del Primo Comitato dell'Onu, decisione che impegna gli Stati membri a iniziare nel 2017 i negoziati al fine di elaborare uno strumento giuridicamente vincolante che proibisca le armi nucleari. L’Italia non ha sostenuto la risoluzione. Ora però ha una nuova occazione: "Italia Ripensaci!" è la richiesta esplicita inviata da Senzatomica e Rete Italiana per il Disarmo al Governo italiano, tramite una lettera spedita nei giorni scorsi al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e al Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale Paolo Gentiloni. «Crediamo che l’Italia potrebbe mandare un importante segnale scegliendo di modificare il proprio voto in occasione del voto in Assemblea Generale. La storia e la cultura dell’Italia stanno dalla parte del multilateralismo e della fiducia nei negoziati internazionali», si legge nella lettera.

Il voto contrario alla L41 espresso in seno al Primo Comitato lo scorso ottobre non esclude l’Italia dai negoziati che si svolgeranno nel 2017, anzi la comunità internazionale per il disarmo nucleare auspica una presenza fattiva a tali negoziati da parte dei Paesi che si collocano sotto “l’ombrello nucleare” della NATO. La richiesta avanzata da Senzatomica e Rete Italiana per il Disarmo è dunque proprio che l’Italia divenga «uno dei paesi leader dei negoziati ed esprima tutto il suo potenziale di creatività e capacità diplomatica nella ricerca di un nuovo paradigma di sicurezza globale che promuova la comprensione reciproca e si lasci alle spalle la logica obsoleta della deterrenza nucleare fondata sulla sfiducia reciproca».

È già accaduto per la moratoria sulla pena di morte, la messa al bando delle mine antiuomo e delle bombe a grappolo. Ora «c’è la possibilità di scrivere un’altra grandiosa pagina di Storia, nella quale l’Italia può manifestare il senso più alto della propria tradizione umanistica, ponendo al centro della propria azione l’essere umano e contribuendo in modo significativo a porre fine alla negazione della dignità della vita perpetrata tramite le armi nucleari (anche quando non vengono usate). […] Bisogna trovare il coraggio di agire adesso, per conto dell’umanità presente e futura».

Foto E. Dunand/Getty Images


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA