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Trieste: fai l’elemosina per strada? Rischi 900 euro di multa

Fa scalpore nella città friulana il nuovo Regolamento di Polizia Urbana, approvato dalla Giunta e in attesa del sì definitivo dell'Aula. Tra le novità, divieto assoluto di accattonaggio ma anche multe salatissime per i cittadini che aiutano i mendicanti con offerte in denaro. E mentre l'opposizione insorge, a sorpresa la Caritas non è contraria: «Anche noi non diamo mai soldi ai poveri»

di Gabriella Meroni

Vietato fare la carità ai mendicanti: ai trasgressori sarà irrogata una sanzione che può arrivare anche a 900 euro. Siamo a Trieste, e questo è un estratto della proposta di nuovo Regolamento di Polizia Urbana del Comune, approvata giovedì dalla Giunta presieduta dal Sindaco Dipiazza. Il testo normativo, di circa 30 pagine – informa una nota – sostituisce il precedente risalente a 90 anni or sono, e per questo bisognoso «di una profonda rivisitazione alla luce dei tempi attuali e di esigenze e abitudini sociali del tutto nuove e decisamente mutate rispetto a quella lontana epoca». Peccato che agli occhi di molti il divieto di elemosina (arrivato tra l’altro a due settimane dalla chiusura dell’Anno della Misericordia) sia sembrato quantomeno eccessivo, o comunque non certo un grande segno di modernità.

Il testo, comunque, parla chiaro: all'Articolo 9, intitolato “Comportamenti vietati”, si legge infatti che è vietato non solo «effettuare qualsiasi forma di accattonaggio… che crei molestia alle persone richiedendo denaro…» ma anche è «vietato sulle aree pubbliche o aperte al pubblico elargire somme di denaro ai mendicanti, con una sanzione da 150 a 900 Euro per il mendicante ma anche per chi gli elargisce il denaro. La stessa multa potrà essere comminata, infine, a coloro che dovessero stazionare «seduti, sdraiarsi a terra o bivaccare nelle strade, piazze, marciapiedi, sotto i portici, nei pressi di edifici di valore storico e monumentale… nonché sdraiarsi sulle panchine impedendone ad altri il normale utilizzo».

Tutte scelte – come ha sottolineato il vicesindaco della Giunta di Centrodestra, Pierpaolo Roberti – pienamente condivise dalla maggioranza, e che secondo Roberti non devono essere viste «in una chiave meramente punitiva», perché si tratta «di ostacolare e non “dare ossigeno”, magari elargendo soldi in buona fede, al vero e proprio “racket” che sussiste dietro a queste attività». La multa per chi fa l’elemosina comunque resta, mentre «nessuna sanzione verrà comminata al cittadino che voglia offrire al mendicante un aiuto non monetario (come generi alimentari, vestiario o simili)». Ora il Regolamento dovrà passare al vaglio delle Circoscrizioni rionali e della competente Commissione consiliare per approdare infine in Consiglio Comunale per la definitiva approvazione. Potrà dunque essere ulteriormente integrata e perfezionata nei prossimi “passaggi”, con i suggerimenti delle Circoscrizioni o con gli emendamenti in Commissione e in Aula Consiliare.

Immediate le reazioni dell’opposizione (con il Pd e i M5S in testa), mentre a sorpresa i commenti di alcuni esponenti della Chiesa locale sono stati sì critici, ma senza toni aspri: «Sono contrario a un sistema di multe salatissime», ha dichiarato il Vicario episcopale monsignor Ettore Malnati. «Riguardo la questione dell’elemosina rimando al Vangelo, che cita come “avrete sempre i poveri con voi”. Ma, detto questo, i “furbastri” della questua vanno stigmatizzati». E don Alessandro Amodeo, a capo della Caritas diocesana, si spinge a dire che «sul divieto di dare l’elemosina, con tutti i distinguo del caso, siamo d’accordo anche noi. La Caritas non dà mai denaro in contanti. Paghiamo bollette, sosteniamo spese alimentari e altro, piuttosto. L’idea quindi del contrastare una pratica sulla quale lucra anche un certo racket, è buona».


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