Politica & Istituzioni

Referendum: è boom per il voto degli italiani all’estero

Alle elezioni politiche del 2013 aveva votato il 30% degli aventi diritto, al referendum sulle trivelle solo il 13%. Per il referendum sulla riforma costituzionale ha votato il 40% degli italiani all'estero. Non sono servite le polemiche per demotivare gli elettori

di Redazione

È l'ultimo giorno della campagna sul referendum per la riforma costituzionale. Si vota domenica. Ma all'estero i giochi sono fatti. Alle 16 di ieri (ora locale), le urne sono state chiuse e hanno registrato un boom, rispetto a ai precedenti: ha esercitato il diritto di voto il 40% degli aventi diritto, per un totale di circa 1milione 600mila schede. Matteo Renzi aveva detto di «confidare nel 30% dei votanti», in pratica il Premier avrebbe considerato un successo tornare ai flussi di voto delle elezioni politiche del 2013 (30%), anziché al flop dell'affluenza per il referendum sulle trivelle (13%).

Ora si tratta di passare alla fase dello scrutinio. Ma prima, le schede verranno "impacchettate" nelle valige diplomatiche e imbarcate su voli di linea. Sorvegliate a vista, verranno poi custodite a Fiumicino in un hangar guardato a vista dalla polizia di frontiera. Da lì, domenica, tutte le schede verranno portate a Castelnuovo di Porto, nella zona nord di Roma, dove pacchi verranno aperti – a accertare la regolarità del tutto, 7 magistrati della Corte di Appello di Roma – risigillati in altre scatole che, infine, saranno riaperte, alle 23 di domenica e scrutinate con tutte le altre schede.


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