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«Caro Gentiloni, senza Bobba la riforma del terzo settore è a rischio»

Per l'economista Stefano Zamagni, "papà" della legge sulle onlus, la legge che il non profit attende nella sua versione completa è a rischio senza la conferma del sottosegretario che l'ha fortemente voluta. Per questo rivolge un appello al presidente del Consiglio in vista delle nomine di lunedì. «C'è tempo solo fino a maggio per non buttare via un lavoro così importante»

di Gabriella Meroni

«Se lunedì prossimo il governo confermerà nella carica di Sottosegretario al Welfare Luigi Bobba, ho motive di ritenere che la riforma dei terzo settore sarà completata con i necessari decreti in tempo utile». È categorico il professor Stefano Zamagni, padre dell’economia civile italiana, consigliere di diversi governi passati in tema di terzo settore nonché estensore della legge del 1997 che istituì le onlus. Il professore guarda con trepidazione alle nomine dei viceministri del governo Gentiloni, proprio per essere certo che la riforma del terzo settore vada in porto.

Come mai lega così indissolubilmente la conferma di Bobba al buon proseguimento della legge delega?

Semplice: perché il sottosegretario uscente unisce alla competenza specifica del settore, maturata nel suo passato di militanza sul campo, la preparazione acquisita nel corso degli ultimi tre anni nella preparazione dei vari dossier collegati alla riforma. Se invece dovesse esserci un cambio di poltrona, il rischio molto serio è che la legge venga vanificata. Almeno questa è la mia opinione.

Quali sono i decreti legislativi a cui il non profit guarda con particolare attesa, secondo lei?

Sicuramente quello sull’impresa sociale, sulla cooperazione sociale e sul volontariato, da cui dipende il futuro dei Centri di servizio al volontariato e quindi di molte odv. Il decreto sulle cooperative sociali e imprese sociali è del resto importantissimo per due aspetti…

Quali?

Quello civilistico, perché occorre rimettere mano alla definizione stessa di impresa, e quello fiscale. Finora si è andati avanti con la sola legge sulle onlus, che ben ricordo per aver contribuito a scriverla, e che ha quasi vent’anni. Quando venne approvata, però, le imprese sociali ancora non esistevano… Bisogna rivedere l’intera normative e rimettere ordine, rendendola compatibile con i nuovi profili fiscali e le norme del diritto tributario.

Ci sono però aspetti della riforma che esulano dall’ambito tecnico e sono di tipo più politico…quale ritiene più importante?

Sicuramente l’aspetto della valutazione dell’impatto sociale. È una questione molto dibattuta, che la legge incoraggia, ed è fondamentale che si imbocchi una strada chiara sia per quanto riguarda il metodo che per quanto riguarda la metrica di questo valore.


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