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Economia & Impresa sociale 

Cessione delle ferie ai colleghi, la storia di Nicole

Arriva alle cronache il primo caso in Italia di una mamma che ha potuto stare accanto alla figlia gravemente malata grazie ai permessi regalati dai colleghi. Il primo contratto di secondo livello a prevedere la possibilità su tutto il territorio nazionale è quello di un'azienda di trasporti, Busitalia. Ecco perché hanno scelto di farlo.

di Sara De Carli

Nicole ha sei anni ed è volata via la vigilia di Natale, stretta nell’abbraccio della mamma. Aveva una tetraparesi spastica. La mamma, Michela, ha potuto starle vicina anche grazie alle ferie che i colleghi della Brenta Pcm, l’azienda di Molvena (Vicenza) in cui lavora, le hanno donato: cinque mesi, diventati dieci il giorno dopo aver appeso nella bacheca aziendale la lettera con cui la mamma ringraziava tutti. È una norma inserita nel Jobs Act e disciplinata in particolare dal decreto Legislativo n. 151/2015, in vigore dal 24 settembre 2015, che ricalca la legge francese “Mathys”. Il Corriere della Sera, che ha riportato la notizia, parla di «una bella favola, un piccolo miracolo di altruismo a pochi giorni dal Natale, purtroppo senza lieto fine».

Ma come funziona la cessione delle ferie? Esistono casi concreti di applicazione della norma? In Francia sì, in Italia in effeti quello della piccola Nicole è il primo caso ad arrivare alla ribalta della cronaca. Diverse aziende tuttabvia stanno iniziando a prevedere il meccanismo e già a ottobre 2015, un mese dopo il decreto attuativo, esistevano accordi interni in materia ad esempio in Arpa Abruzzo e nell'azienda Toscana di trasporto pubblico locale pubblico Ctt Nord delle province di Pisa, Livorno e Lucca. L'accordo di Arpa ad esempio prevede che ogni dipendente possa attingere al pacchetto “festività soppresse”, cinque giorni in totale per ogni anno, e donare a chi è in difficoltà fino a tre giornate, sottoscrivendo una dichiarazione in tal senso. Può beneficiare delle ferie solidali a titolo completamente gratuito chi abbia esaurito il periodo massimo di malattia retribuita (18 mesi secondo quando previsto dal contratto nazionale di categoria), il proprio monte ferie e permessi retribuiti. La prima realtà in Italia ad aver previsto il meccanismo in un contratto di secondo livello che vale su scala nazionale è Busitalia, un gruppo all’interno di Ferrovie dello Stato, con 3.700 dipendenti su tutto il territorio. Si occupano di trasporto pubblico locale, urbano ed extraurbano, su rotaie, gomma, scale mobili, laghi. «Quando Busitalia nacque, sentimmo subito l’esigenza di mettere a sistema in maniera omogenea la contrattazione di secondo livello fatta dalle varie aziende del gruppo», spiega Claudio Terzi, responsabile delle risorse umane. Quello siglato nel febbraio 2015, così, è «il primo contratto di secondo livello che vale su scala nazionale e tutte le nostre aziende oggi hanno non solo omogeneità retributiva ma anche lo stesso welfare aziendale». La novità di questo contratto, in termini di attenzione alle persone con disabilità e/o ai lavoratori caregiver è che è il primo in Italia a prevedere il sistema di cessione di ferie e permessi in favore di colleghi che ne hanno bisogno: un meccanismo ispirato alla legge Mathys francese e previsto dal Jobs Act del dicembre 2014, ma ancora – all’epoca – non regolamentato dal decreto attuativo. In Busitalia quindi è stato costituito «un monte giornate permessi emergenza» che raccoglie i permessi “donati” dai colleghi in favore di chi ha non solo un figlio da assistere (come prevede la legge) «ma anche per familiari di primo grado conviventi». In funzione della necessità rappresentata, spiega Terzi, «c’è una commissione bilaterale e paritetica, composta dalle parti sociali e dall’azienda, che valuta il caso e ne dà comunicazione a tutti i dipendenti. Le giornate messe a disposizione vanno in un monte-ore e di nuovo la commissione definisce le modalità di cessione».

L'esperienza di Busitalia è stata presentata a Firenze alla V Conferenza Nazionale sulla Disabilità, fra le best practice raccolte da Cisl su lavoro, diversità e inclusione, per arrivare a definire un modello efficace.

Foto Unsplash/Alirio Garcia


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