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Il Refettorio ambrosiano diventa un film

La mensa nata a Milano in occasione Expo da un’idea di Massimo Bottura, miglior cuoco al mondo nel 2016, è stata raccontata in un documentario girato da Peter Svatek. Lo si può vedere in anteprima il 31 dicembre

di Redazione

Il Refettorio ambrosiano ideato da Massimo Bottura e Davide Rampello e realizzato insieme alla diocesi di Milano diventa un film documentario. Lo ha girato Peter Svatek, regista nato a Parga e oggi emigrato in Canada. Il Refettorio è certamente una delle più belle eredità lasciate da Expo 2015: venne pensato dal famoso chef all’insegna della filosofia antispreco. Quello che avanzava dai punti ristoro nell’area Expo veniva portato in questa nuova mensa allestita con il contributo di grandi designer a Greco, periferia nord di Milano, dove per tutti sei mesi 60 chef convocati da Bottura, cucinavano piatti per homeless bisognosi, partendo da quei resti. Il messaggio era dunque doppi: solidale da una parte, culturale dall’altro perché dimostrava che il cibo non è mai da buttare e che anche con ciò che avanza si possono fare piatti eccellenti.

Bottura ha riproposto poi la stessa esperienza durante le Olimpiadi di Rio, ma è a Milano che lasciato un segno profondo. Infatti la Caritas ambrosiana ha voluto tener vivo il progetto anche ad Expo finito e così con altre modalità il Refettorio continua ad essere un esperimento sociale unico modello di come si possa coniugare solidarietà, qualità e bellezza. Ogni giorno al Refettorio mangiano 80 persone.

Questo spiega perché si sia deciso di farne un film (distribuito sotto il titolo di Theater of life). Oltre all'aspetto del cibo, il documentario mostra le storie degli ospiti anche con interviste agli chef (da Jeremy Charles a Ferran Adrià, da René Redzepi a John Higgins).

«Crediamo che lo chef possa essere a metà fra chi ha tutto e chi non ha niente», ha spiegato Bottura, che con il suo ristorante Osteria Francescana di Modena è stato insignito nel 2016 del titolo di miglior cuoco al mondo. «Parliamo quindi di un’operazione volta riconsegnare propria dignità agli ospiti del Refettorio al di là della basica esigenza di nutrimento. “Non di solo Pane vivrà l’uomo…” Utilizzare ingredienti di eccedenza di diversa provenienza non è assolutamente degradante infatti. La nostra cultura gastronomica si è formata sulla necessità di trovare il modo di sopravvivere! Ancora alla fine degli anni ‘50 in Italia c’erano persone che morivano di fame. Il recupero ci è sempre appartenuto. Recuperare non è degradante, sono stati 40 anni di consumismo a renderlo tale, ma la parola latina “Recuperare” era analoga a “Rinconquistare”: un atto di volontà e forza. Scartare, buttare è arrendersi. Significa non essere in armonia con il mondo, non parlare la sua lingua.»

Il film verrà proiettato il 31 dicembre a Cine Wanted, in via Tertulliano a Milano. Il biglietto di ingresso costa 6 euro (più tessera associativa obbligatoria 4 euro). Le proiezioni sono alle 16, 18, 20 e 22: alle 16 del primo gennaio e dal 2 al 5 alle 20. Il 7 alle gennaio alle 18.

Qui il trailer del docu-film


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