Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Politica & Istituzioni

Agenda sociale: Bobba, riforma terzo settore completa entro la primavera

Il sottosegretario, confermato anche nel governo Gentiloni, fa il punto su alcuni provvedimenti sociali. L'iter di quattro decreti della riforma del terzo settore sarà avviato entro due mesi, tempi un po' più lunghi (ma non troppo) per gli altri due. Ma anche per le misure a contrasto della povertà bisogna fare in fretta: «Abbiamo molte risorse, usiamole bene»

di Gabriella Meroni

Squadra che vince non si cambia. E così, prendendo alla lettera il motto sportivo, il nuovo presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha riconfermato tra gli altri sottosegretari anche Luigi Bobba (Pd), al ministero del Welfare. Una nomina molto attesa dal mondo non profit e decisiva per la positiva conclusione dell’iter di parecchi provvedimenti sociali, tra cui sicuramente la riforma del terzo settore (sei i decreti legislativi da “portare a casa” per completarla), ma anche la manovra antipovertà e alcuni “pezzi” di norme quali i nuovi LEA e l’avviamento al lavoro dei giovani. Vita aveva già fatto il punto con Bobba sull’agenda sociale del precedente governo; oggi è decisamente il momento di rifarlo.

Onorevole Bobba, rieccoci qui. Partiamo dalla riforma del terzo settore: qual è il decreto più vicino al traguardo?

Sicuramente quello sul servizio civile, che ha già passato vaglio di due Commissioni parlamentari. Basterà accogliere le integrazioni e i suggerimenti proposti, portarlo velocemente in Consiglio dei Ministri e vararlo subito, spero entro gennaio. Fatto questo sarà possibile avviare il passaggio al nuovo servizio civile: il 2017 è un anno di transizione da quello nazionale a quello universale, abbiamo risorse sufficienti per consentire a 46mila giovani di vivere questa esperienza, quindi la strada è tracciata.

Rimangono altri cinque testi… Quali sono quelli a buon punto?

I decreti su impresa sociale, reti associative e csv e fondazione Italia Sociale sono pronti, e dopo le ultime verifiche potranno approdare in Consiglio dei ministri e quindi avviarsi all’iter parlamentare.

Tempi?

Spero un mese o poco più. Mi darei almeno un paio di mesi, invece, per gli ultimi due: il decreto sul codice unico del terzo settore e sul 5 per mille, che chiuderanno il cerchio. Quest’ultimo è ancora in gran parte da scrivere, mentre il primo è a buon punto.

Un altro capitolo importante sul quale il governo è atteso è la misura universale di contrasto alla povertà. Come vi muoverete su questo fronte?

Ultimamente sene parla moltissimo, e giustamente: credo che le risorse importanti che porta con sé e l’urgenza del problema a cui risponde richiedano di trovare una strada rapida e appropriata. Abbiamo 1 miliardo e 150 milioni di stanziamento per i 2017, il nostro dovere è investirli tutti e al meglio. L’iter è avviato, il testo è passato in prima lettura alla Camera; io comunque penso che la trasformazione della delega in ddl possa consentire un passaggio più rapido che porti all’approvazione senza bisogno di decreti legislativi. In ogni caso, la volontà del governo è di fare presto e bene.

Veniamo al tema della riforma Irpef, collegata in qualche modo al tema della povertà, soprattutto se si andrà nella direzione, già indicata da Renzi, di introdurre Fattore Famiglia. Lei che ne pensa?

Dal 2007 a oggi il problema della povertà si è spostato dagli anziani alle famiglie con figli minori. Questo è un fatto, e non possiamo ignorarlo, anzi ci indica una strada: intervenire sulle politiche per le famiglie, altrimenti il fenomeno dell’impoverimento continuerà la sua corsa. Il Fattore Famiglia andrebbe in questa direzione, dunque non posso che dirmi favorevole.

Dalle famiglie ai giovani, il suo ministero cosa prevede per contrastare la disoccupazione dei ragazzi?

Tra pochi giorni diffonderemo i nuovi dati 2016 sull’apprendistato formativo, strumento che ha visto una crescita notevole, in alcune regioni come la Lombardia addirittura esponenziale. È un buon segnale: si tratta di una carta da giocare, fino al punto di farla diventare elemento ordinario delle misure di inserimento lavorativo.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA