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Il Giving Italy targato Vita: il rapporto annuale sulle donazioni degli italiani

Per il secondo anno consecutivo il nostro mensile ha fatto il punto sulla generosità degli italiani, incrociando dati statistici e stime. Un serbatoio enorme, pari a oltre 4,5 miliardi di euro l'anno, in cui i cittadini battono le aziende e individuano nuovi beneficiari e nuovi canali di erogazione. E in esclusiva, tutti gli ultimi dati fiscali disponibili ripresi oggi dal Corriere della Sera

di Gabriella Meroni

Gli italiani continuano a essere generosi con il non profit, nonostante la crisi: lo testimoniano gli oltre 4,5 miliardi e mezzo che hanno versato, nel 2015, alle associazioni senza fine di lucro. È questo il dato principale che emerge dal secondo “Giving Italy”, il rapporto sulle donazioni realizzato da Vita e pubblicato nel numero di dicembre (nella foto, la copertina), a partire dal Censimento Istat targato 2011, e aggiornato tenendo conto della congiuntura economica (inchiesta ripresa oggi dal Corriere della Sera). Dal 2012, “anno nero per le entrate” secondo l’Istituto Italiano della Donazione, dal 2014 al 2015 secondo Doxa il numero di sostenitori di associazioni o cause di solidarietà è calato del 2%, mentre per Gfk Eurisko dal 2011 al 2015 il nostro paese ha perso 2 milioni di generosi (-10%), compensato – come certifica l’Unhcr – dal maggiore impegno dei filantropi con patrimoni di oltre 1 milione di euro, il 50% dei quali i ha aumentato le offerte proprio nel 2015. Un anno dunque in chiaroscuro, caratterizzato da indicatori misti ma anche da una crescita delle donazioni informali (l’universo di offerte in contanti versate in chiesa o direttamente ai beneficiari) che hanno coinvolto il 30% degli italiani con più di 15 anni (Doxa), quota che è salita al 35% nel 2016, mettendo a segno un +16%.

Le donazioni cambiano

Totali a parte, il 2015 si caratterizza per la diversificazione dei destinatari e la sperimentazione di canali innovativi di versamento. Lo testimonia l’impennata dei contributi volontari alle scuole (che hanno conquistato il 40% in più dei genitori ogni anno), agli enti culturali (+27% in un anno) e alle associazioni sportive dilettantistiche (+5,3%). Segno più anche per le erogazioni online: l’87% degli internauti ha donato almeno una volta nel 2015, e 1 su 5 l’ha fatto proprio sul web, mentre lo strumento del crowdfunding cresce su base annua del 5%. Al contrario, è del 2015 il record negativo degli sms solidali: dopo anni di ribassi contenuti, hanno incassato 28 milioni contro I 43 del 2012.

Gli altri soggetti

A permettere al non profit di vivere, però, non sono solo I privati cittadini. Le fondazioni bancarie, per esempio, che per legge devono finanziare soggetti senza fine di lucro, hanno indirizzato al non profit il 68,4% degli importi (+2,7% sul 2014) e il 70,6% degli interventi. Quanto ai settori, all’Assistenza sociale è stato destinato quasi il 12% in più delle risorse e ai Beni Culturali il 2,6% in più. Terza “gamba” del “Giving Italy 2015” sono le aziende, il cui impegno sociale però non spicca particolarmente: solo il 2,5% delle società di capitali si è avvalso delle detrazioni e deduzioni previste per le erogazioni liberali alle onlus, destinando a queste ultime poco più di 231 milioni nel 2013. Un trend stabile negli anni che è plausibile stimare negli stessi termini anche nel 2015. Su un punto, però, gli ultimi due anni e mezzo hanno visto crescere l’attenzione del mondo produttivo: il sostegno all’arte e alla cultura. L’introduzione dell’Art Bonus, che dal 2014 al settembre 2016 ha convinto oltre 3500 mecenati a versare 120,7 milioni.

I dati fiscali

Si conferma poi l’antipatia degli italiani nei confronti dei vantaggi fiscali di cui godono le erogazioni al non profit. Detrazioni e deduzioni sono previste, ma i contribuenti nostrani ne fanno scarso uso: il numero delle persone fisiche che inseriscono nel modello di dichiarazione le donazioni al non profit non ha infatti mai superato la soglia psicologica dei 2 milioni, rimanendo dunque al di sotto del 5% del totale (4,7% nel 2013). Quanto alle somme erogate, nel 2013 (ultimo dato disponibile) le donazioni al non profit sono leggermente cresciute (+1,2%), mentre le erogazioni alle sole onlus sono calate del 2,6%. Un capitolo a parte meritano i pochi numeri relativi all’anno fiscale 2014, relativi alle sole detrazioni per erogazioni liberali a favore di onlus, a cui in quell’anno per la prima volta si è applicata l’aliquota del 26%. Forse per questo, le cifre mostrano un rialzo (+4,3%).

Donano più i poveri dei ricchi

Ma chi sono gli italiani più altruisti? Considerando tutte le erogazioni al non profit, la somma media pro capite nel 2013 è di 269 euro, in crescita rispetto ai 261 euro del 2012 ma identica al dato del 2011. I donatori appartengono in maggioranza alla classe media, mentre i “poveri” sono in proporzione più generosi dei ricchi. Considerando le erogazioni detraibili alle onlus, si scopre che nel 2014 il 46% dei donatori aveva un reddito compreso tra i 15mila e i 35mila euro. Ancora più significativo il dato relativo all’erogazione media pro capite: 580 euro a testa per i ricchi (redditi oltre 300mila euro l’anno), ben 233 euro per gli indigenti (zero reddito dichiarato ai fini Irpef), poco meno dei 368 euro a testa dei donatori con un reddito compreso tra i 100 e i 300mila euro.

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