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Trapianti: mille italiani ogni giorno dicono sì in Comune

Il 2016 è stato un anno record per il sistema dei trapianti in Italia, per donatori e per trapianti. Per la prima volta calano anche le liste d'attesa per rene e polmone, mentre la possibilità di registrare in Comune la propria volontà rispetto al trapianto diventa finalmente una realtà significativa. Nel 2016 c'è stato anche il terzo "donatore samaritano" in Italia: un fornaio di Vicenza

di Sara De Carli

Mille italiani ogni giorno registrano in Comune il proprio consenso alla donazione di organi e tessuti. Quindici anni dopo quel febbraio 2010, quando un emendamento al Milleproroghe stabilì che la volontà di essere donatori d'organi avrebbe potuto, su richiesta, essere segnalata direttamente sulla carta d'identità, la “carta d’identità parlante” diventa finalmente una realtà consistente. Nel 2016 i cittadini che hanno deciso di registrare al proprio Comune il proprio consenso, in occasione del rinnovo della carta d’identità, sono stati oltre 385.823 e le Amministrazioni comunali che hanno attivato questa procedura sono 1.350. L’anno prima le registrazioni erano state 104.571, in appena 454 Comuni. L'89,1% delle volontà registrate in Comune esprime disponibilità alla donazione di organi, mentre altri 47mila cittadini hanno messo nero su bianco la loro opposizione.

È questo uno dei dati positivi presentati da Alessandro Nanni Costa nel report di attività di donazioni e trapianti del 2016. L’anno ha registrato un record per il numero complessivo dei donatori in Italia: nel 2016 sono stati 1.596 contro i 1.489 dell’anno precedente, un aumento dovuto sia alla crescita dell’attività sul territorio nazionale sia alla progressiva diffusione della donazione a cuore fermo. I donatori utilizzati hanno superato per la prima volta quota 1.300: nel 1992, anno in cui inizia la serie storica monitorata dal Centro Nazionale Trapianti, i donatori cadaveri utilizzati per trapianto erano stati soltanto 329, per 1.083 trapianti, e l'Italia era fanalino di coda in Europa. Per la prima volta le liste d’attesa del rene e del polmone sono in diminuzione rispetto al 2015: al 31 dicembre 2016 sono 8.856 i pazienti in lista di attesa per un trapianto. Il 2016 ha visto anche un altro record: cresce del 13% il numero dei pazienti trapiantati, un incremento mai raggiunto negli ultimi anni, per un dato complessivo di 3.736 trapianti da donatore cadavere e vivente. Cresce anche l’attività di donazione e trapianto di cellule staminali emopoietiche: nel 2016, gli iscritti al Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo (IBMDR) sono stati 498.000 contro i 469.000 del 2015. I trapianti da donatore volontario adulto sono stati 742 (contro i 704 del 2015) mentre i trapianti da donatore familiare semi-compatibile sono stati 360 (nel 2015 erano 338).

Nel 2016 sono state realizzate due catene di trapianti di rene da vivente in modalità cross-over innescate da una donazione samaritana. L’ultima catena si è sviluppata tra dicembre 2016 e gennaio 2017, grazie al terzo donatore samaritano nel nostro Paese, un fornaio di Vicenza che il ministro Beatrice Lorenzin ha raggiunto telefonicamente in conferenza stampa, che alla domanda “Cosa l’ha spinta a fare questo bellissimo gesto?” ha risposto “Perché no?”. Questa catena ha coinvolto 5 coppie donatore/ricevente incompatibili tra loro, in quattro centri trapianti (Vicenza-Ospedale San Bartolo, Palermo-Ospedale Civico, Pisa-Ospedale di Cisanello e Parma-Ospedale Riuniti).

La sfida principale per la Rete Nazionale Trapianti nel 2017 è ridurre le opposizioni alla donazione, che anche nel 2016 si sono attestate stabilmente intorno al 30%. La regione con il tasso di opposizione più alto è la Basilicata, con un 52,2% di opposizioni, seguita dalla Sicilia (47%) e dalla Provincia Autonoma di Bolzano (44,4%). Proprio al confine con la Provincia Autonoma di Trento, che al contrario è la realtà con il tasso di opposizione più basso (8%).

Foto di copertina Jesse Orrico, Unsplash


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