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Valzer delle cattedre: gli alunni con disabilità stanno pagando più di tutti

Sono 100mila gli alunni che hanno cambiato insegnante di sostegno, il 43%. A Palestrina ogni alunno con disabilità ha cambiato tre insegnanti di sostegno in tre mesi. Eppure per stabilizzare i 41mila posti in deroga basterebbero 1.600 euro ad alunno: «è solo il 7% di quanto già si spende, ma il risultato sarebbe del tutto diverso». Tutti i numeri in un dossier di Tuttoscuola

di Sara De Carli

Alla scuola dell’infanzia dell’istituto comprensivo Karol Wojtyla, a Palestrina, da settembre ad oggi c'è stata una girandola di 27 insegnanti di sostegno su nove posti disponibili. I 15 bambini con disabilità iscritti alla scuola, non solo a settembre non hanno ritrovato l’insegnante che li aveva accompagnati l’anno precedente, ma hanno cambiato tre insegnanti di sostegno in tre mesi, alla faccia della continuità didattica. La dirigente Manuela Scandurra ha raccontato la vicenda a Tuttoscuola: «nella mia scuola ho a disposizione 22 posti di sostegno, di cui 11 per la scuola dell’infanzia. Di questi, solo due sono di ruolo (e per fortuna non hanno chiesto il trasferimento), mentre gli altri nove sono precari e sono tutti cambiati rispetto all’anno scorso. Magari però i nuovi avessero preso servizio dal primo settembre! Da allora è iniziato un tourbillon aggiuntivo che ha visto avvicendarsi per ognuno di quei nove posti, tre docenti: in meno di tre mesi 27 supplenti si sono intervallati, uno dopo l’altro». E il peggio è che per Tuttoscuola situazioni come questa, che ad un occhio inesperto potranno sembrare straordinarie, non sono tali: «sono storie di ordinaria disorganizzazione, molto frequenti, nelle quali gli alunni con disabilità per mesi rimangono senza insegnante di sostegno, o ne cambiano tre in tre mesi», scrive il sito specializzato, che ieri ha pubblicato un dossier dedicato proprio alla “mobilità selvaggia” che in questo anno scolastico ha coinvolto gli insegnanti di sostegno più di qualsiasi altra categoria di docenti.

Per Tuttoscuola in questo anno scolastico la movimentazione complessiva dei docenti di sostegno è stata di oltre 60mila unità. Vista dagli alunni significa che circa 100mila alunni disabili quest’anno, il 43%, hanno cambiato docente di sostegno. Sono stati quindi gli aluni con disabilità a pagare il prezzo più alto dello tsunami che quest’anno ha colpito la scuola statale, con la mobilità di 250 mila docenti (uno su tre). «Abbiamo un esercito di 137 mila insegnanti di sostegno, più dei Carabinieri, il doppio dei medici», sintetizza Tuttoscuola in dossier dedicato, appena pubblicato, «un investimento da 5 miliardi di euro l’anno solo per gli stipendi, nel Paese che per primo 40 anni fa ha creduto nell’integrazione scolastica degli studenti con disabilità, superando le terribili classi differenziate: tutto in buona parte vanificato da un’insensata girandola di cattedre».

Abbiamo un esercito di 137 mila insegnanti di sostegno, più dei Carabinieri, il doppio dei medici. Un investimento da 5 miliardi di euro l’anno solo per gli stipendi, nel Paese che per primo 40 anni fa ha creduto nell’integrazione scolastica degli studenti con disabilità, superando le terribili classi differenziate: tutto in buona parte vanificato da un’insensata girandola di cattedre

Se la continuità didattica è un valore, la discontinuità è un problema: ma per gli alunni con disabilità i danni sono «elevati all’ennesima potenza». L’alunno con disabilità spesso ha un grado di dipendenza dal docente maggiore e per lui è più complesso e lungo stabilire la relazione educativa con l’insegnante, spiega Tuttoscuola. Per non parlare del fatto che la collaborazione con gli altri docenti della classe, deve ricominciare ogni volta daccapo. E per Tuttoscuola basterebbe poco per evitare questo valzer: «il maggior costo per stabilizzare i 41mila posti in deroga ammonterebbe a 385 milioni di euro. Se dividiamo la somma per 233mila, il numero degli alunni disabili, il costo per studente sarebbe appunto di 1.652 euro. «È solo il 7% di quanto già si spende, ma il risultato sarebbe del tutto diverso. È una scelta di civiltà, ma anche di efficienza del tasso di ritorno dell’investimento economico: spendiamo 5 miliardi per ottenere la confusione che abbiamo descritto, mentre con 5,4 miliardi si può ridurre di molto quel rovinoso marasma organizzativo che si gioca sulla pelle degli alunni più deboli».

La seconda proposta avanzata da Tuttoscuola, oltre alla stabilizzazione dei posti in deroga, riguarda le nuove regole per la mobilità dei docenti di sostegno. Il 29 dicembre scorso infatti il Ministero e i sindacati hanno siglato un’intesa di massima sulla mobilità 2017-18. In generale i docenti di sostegno hanno un obbligo quinquennale di permanenza nella tipologia di posto di titolarità, che li lega alla tipologia di posto (di sostegno), non alla scuola o all’alunno. Una delle deleghe che hanno avuto il via libera al Consiglio dei ministri del 14 gennaio prevede «la revisione dei criteri di inserimento nei ruoli per il sostegno didattico, al fine di garantire la continuità del diritto allo studio degli alunni con disabilità, in modo da rendere possibile allo studente di fruire dello stesso insegnante di sostegno per l’intero ordine o grado di istruzione», ma ad oggi nessuno ha visto il testo della delega. La proposta di Tuttoscuola? Si cominci a trasformare da subito l’incarico per i docenti a tempo determinato da annuale a triennale (o almeno fino alla fine del ciclo dell’alunno, se precedente), con obbligo di permanenza nella sede.


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