Sostenibilità sociale e ambientale

Too Good to go: l’app che salva il cibo dalla pattumiera

L'applicazione nata in Scandinavia nel 2015 e sbarcata in Francia a metà 2016 ha venduto 20mila pasti in sei mesi. Oltralpe sta conquistando città dopo città e permette di evitare lo spreco alimentare. Rivolgendosi ai piccoli esercizi commerciali non va in concorrenza con le ong che ritirano il cibo inveduto per i più bisognosi

di Antonietta Nembri

Come evitare lo spreco alimentare e allo stesso tempo non perdere soldi salvaguardando l’ambiente? In alcuni Paesi europei il metodo lo hanno trovato in un’applicazione. Stiamo parlando di un’app (per iOs e Android) che in Francia sta conquistando sempre più città e in poco più di sei mesi (è stata lanciata a giugno scorso) ha venduto oltre 20mila pasti ricavati dagli invenduti di ristoranti, trattorie, panetterie, food trucks ecc.. con un panel di circa 360 esercizi commerciali partner. Si tratta di “Too Good to go”, letteralmente troppo buono per andare (in pattumiera) un sistema nato in Danimarca nel 2015 e che ha rapidamente conquistato Norvegia Gran Bretagna, Germania, Svizzera e a metà 2016 i cugini d’Oltralpe. Con questa app i commercianti riescono a creare valore con gli invenduti di fine giornata mentre i clienti comprano dei pasti a prezzi scontati fino al 60%.

A sei mesi dal suo lancio, ricorda un articolo di Le Figaro online il metodo è applicato oltre che a Parigi, in altre sei città: Lilla, Nantes, Strasburgo, Lione, Bordeaux e Tolosa. «All’inizio ho dovuto percorre le strade di Parigi o di Lille per tentare di convincere i commercianti della fondatezza della mia proposta. Oggi sono i commercianti che si rivolgono a noi», sono le parole soddisfatte di Lucie Basch, fondatrice del sistema in Francia. Una soluzione che ha anche il merito di permettere agli utilizzatori di beneficiare di pasti cucinati quotidianamente a un prezzo concorrenziale. «Il fenomeno dello spreco alimentare è assurdo. E più i prodotti sono buoni, più la stessa idea di vederli in pattumiera mi sembra aberrante» sottolinea a Le Figaro Basch. L’ideatrice di Too Good to go, nel sito dell’app viene definita un’appassionata di soluzioni innovative rispondenti ai bisogni della nostra società che ha deciso di mettere le sue energie a servizio dell’ambiente. Quando viveva in Scandinavia ha aderito ai primi passi dell’app e si legge ancora nella sua presentazione «per amore del suo paese natale e motivata anche dalle misure prese dalle autorità per ridurre lo spreco alimentare (vedi news sulla legge antisprego francese), ha deciso di ritornare in Francia e lanciare la proposta».

Ma come funziona?
Praticamente i ristoratori, i panettieri e in generale i commercianti di prodotti freschi iscritti nell’applicazione propongono dei panieri pasto. Dall’altra parte gli utilizzatori non sanno esattamente che cosa acquisteranno, è un pasto “a sopresa” composto dai prodotti invenduti tuttora commestibili ma che non possono essere rimessi in vendita il giorno successivo. I clienti recuperano i prodotti poco prima della chiusura del negozio o del ristorante. «Sia che scelgano direttamente dalla vetrina, sia che i commercianti preparino loro un pacchetto sorpresa è l’occasione per scoprire nuovi prodotti ai quali non si penserebbe», sottolinea ancora Basch. Il pagamento dei prodotti viene fatto via app (tra i 4 e i 6 euro a seconda dell’esercizio commerciale partner) a ogni pasto venduto inoltre, il commerciante versa una somma fissa (1 euro) a Too Good to go, che assicura la transazione.

Ma non c’è il rischio che questo metodo entri in concorrenza con le associazioni caritative? A sentire l’ideatrice non c’è alcun pericolo «anzi, completiamo la loro azione». Che sottolinea: «Le ong si impegnano soprattutto quando le quantità di invenduti sono importanti, ma non vanno dai piccoli commercianti che hanno solo qualche prodotto da proporre». Infine, come chiosa l’articolo online del quotidiano d’Oltralpe “ciliegina sulla torta” l’app ha anche fatto un accordo con l’ong Action contre la Faim e alcuni commercianti hanno deciso di devolvere quanto realizzato attraverso l’app a questa associazione. Come nel caso citato della Boulangerie Montgolfière che ha così donato alcune centinaia di euro raccolte con l’app. Inoltre in occasione del Natale alcuni pasti sono stati distribuiti alle persone bisognose direttamente dall'app.

In apertura foto di Cel Lisboa/Unsplash


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