Cooperazione & Relazioni internazionali

Tratta di esseri umani, un giro d’affari da 150 miliardi di dollari

Il 90% dei migranti arrivati in Europa è vittima dei trafficanti di esseri umani, un fenomeno mondiale che genera utili stellari ed è difficile da smantellare. Oltre al traffico, di cui i migranti sono consapevoli, esiste poi la tratta: una vera forma di schiavitù moderna spesso inconsapevole, e di cui 7 vittime su 10 sono donne. Ecco tutti i dati diffusi da Mani Tese

di Gabriella Meroni

Il 90% dei migranti arrivati in Europa negli ultimi anni è vittima dei trafficanti di esseri umani. Molti di loro – uomini, donne e bambini – sono ridotti in condizioni di vera e propria schiavitù per lo sfruttamento sessuale e lavorativo. Nel mondo, sono tra i 21 e i 35 milioni le vittime di tratta e lavoro forzato. E in Italia, il fenomeno riguarda dalle 50 alle 70 mila donne costrette a prostituirsi e circa 150 mila uomini, in gran parte giovani migranti, sfruttati per il lavoro schiavo.

È questa l’impietosa analisi diffusa da Mani Tese, ong promotrice della campagna I Exist contro le schiavitù moderne, che riassume sinteticamente le dimensioni di un fenomeno davvero preoccupante, che muove un giro d’affari di 150 miliardi di dollari. La tratta – riassume Mani Tese – consiste nel reclutamento, il trasporto, il trasferimento, l'alloggiamento o l'accoglienza di persone con mezzi quali la minaccia di ricorrere alla forza o l'uso effettivo della forza o di forme di coercizione; spesso si realizza praticamente mediante il rapimento, la frode, l'inganno, l'abuso di autorità o una situazione di vulnerabilità, o con l'offerta o l'accettazione di pagamenti o di vantaggi al fine di ottenere il consenso di una persona. Scopo della tratta è, in sintesi, lo sfruttamento, che include, come minimo, lo sfruttamento della prostituzione o altre forme di abuso sessuale, lavori/servizi forzati, schiavismo o prassi affini allo schiavismo, servitù o prelievo di organi. Vittime della tratta a livello mondiale sono soprattutto le donne (51%), a seguire gli uomini (21%), le bambine (20%) e i bambini (8%).

L’8 febbraio, in occasione della Giornata contro la tratta di persone, Mani Tese, PIME e Caritas Ambrosiana ne parleranno durante il convegno “Migrazioni e traffico di esseri umani” che si terrà presso il Pime di Milano dalle 9.30. Mani Tese, Pime e Caritas Ambrosiana operano in contesti diversi per la prevenzione del traffico di esseri umani e la protezione delle vittime. Il Pime, in particolare, attraverso la sua rete di missionari e volontari, è impegnato direttamente sul campo e attraverso il sostegno a distanza nel promuovere soprattutto l’istruzione nelle regioni più povere e marginalizzate di Africa, Asia, America Latina e Oceania. Istruzione che è la base di ogni iniziativa di sviluppo e un freno a processi migratori senza progettualità che fanno cadere moltissimi giovani nelle reti dei trafficanti. Caritas Ambrosiana è impegnata sul territorio della Diocesi di Milano nell’accoglienza dei richiedenti asilo, assiste attraverso i centri di ascolto parrocchiali i migranti e offre assistenza legale e accompagnamento sociale attraverso una pluralità di servizi. Inoltre gestisce una rete di case protette per donne vittime di tratta.

«Il trafficking è un crimine complesso e troppo poco perseguito – afferma Chiara Cattaneo, Program Manager della Campagna I Exist di Mani Tese – mentre le reti di trafficanti di esseri umani rimangono difficili da individuare e smantellare, i profitti generati e le sofferenze delle vittime sono immensi e devono diventare visibili a tutti. Mani Tese, attraverso il programma i exist, è attiva in Italia e nel mondo nella prevenzione del fenomeno, attraverso iniziative di sensibilizzazione e cooperazione, e ancor più nella protezione e assistenza alle vittime di trafficking, in particolar modo i minori. Occorre conoscere le condizioni di estrema povertà, violenza e precarietà che spingono le persone nelle mani dei trafficanti, ma allo stesso tempo non si può ignorare dove e come il lavoro di questi moderni schiavi viene sfruttato».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA