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Povertà, il Governo si impegna: «subito i decreti, per una misura universale»

La Commissione Lavoro del Senato va verso l'ok al testo già approvato dalla Camera, senza modifiche. I decreti attuativi arriveranno in tempi brevissimi e il dialogo è aperto con le associazioni per migliorare i punti ancora critici. A cominciare dall'effettiva universalità della misura, che oggi non c'è.

di Sara De Carli

Il Pd non ha presentano alcun emendamento al testo della delega per il contrasto della povertà che era stato approvato dalla Camera nel luglio scorso e successivamente adottato dalla Commissione Lavoro e previdenza sociale come testo base. Il termine per presentare emendamenti in Commissione scadeva oggi alle 12 e la scelta del Pd conferma esplicitamente la linea che già era trapelata nelle scorse settimane: approvare la delega nel testo della Camera, con l’impegno del Governo a scrivere subito i decreti attuativi.

«In queste settimane c’è stata un’interlocuzione stretta con il Governo, che si è impegnato a emanare i decreti in tempi brevissimi, fra l’altro creando un gruppo di lavoro per la loro stesura a cui parteciperanno anche i relatori che hanno seguito il provvedimento sia alla Camera sia al Senato», spiega Annamaria Parente, relatrice in Commissione Lavoro.

Il secondo impegno decisivo del Governo riguarda il graduale aumento delle risorse e la graduale estensione della platea dei beneficiari, da realizzare sia nelle prossime leggi di stabilità sia nel piano nazionale per l’occupazione, con l’obiettivo di raggiungere tutte le persone in povertà assoluta e di rendere davvero il REI una misura contro la povertà che abbia il carattere dell’universalità e non della categorialità. È un obiettivo già previsto nella delega stessa, che però deve trovare risorse: su questo c’è l’impegno del Governo.

Sono queste due le ragioni per cui si è scelta questa strada rispetto ad altre ipotesi, avanzate nelle scorse settimane da diversi politici autorevoli, a cominciare dalla stessa relatrice Parente, che aveva suggerito di trasformare la legge delega in un provvedimento subito attuativo, in sostanza un disegno di legge che contemplasse già al suo interno tutti i contenuti ora affidati ai successivi decreti attuativi: «abbiamo preso atto degli impegni assunti del Governo nell’interlocuzione di queste settimane, che garantiscono tempi certi per l'attuazione della nuova misura, inoltre è corretto che sia il Governo a seguire la transizione dal SIA al REI, essendo il SIA oggi in vigore un atto governativo, con l'obiettivo che nessuno resti senza assegno nella fase transitoria», spiega la senatrice.

La strada scelta dalla politica non convinceva le associazioni impegnate nella lotta alla povertà, a cominciare da quelle riunite nell’Alleanza contro la Povertà (qui le loro osservazioni più recenti), che ancora una decina di giorni fa aveva affermato come «il testo in discussione al Senato presenta ancora significativi margini di miglioramento» e ribadito la sua richiesta «a far proprie le indicazioni espresse a seguito dell'audizione, per introdurre le necessarie modifiche al testo». I due nodi maggiori riguardano il carattere di universalità della misura e l’introduzione del costo dell’abitare. L’Alleanza, conferma Parente, «sta dialogando con noi e con il Governo, per sanare le criticità rimanenti in sede di decreti attuativi».

Foto PATRICIA DE MELO MOREIRA/AFP/Getty Images


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