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Housing sociale? La formula mix ha preso casa a Torino

Con 3mila metri quadrati e 48 appartamenti Housing Giulia è uno degli interventi più innovativi in Italia sul tema dell’abitare. Ecco come funziona

di Diletta Grella

Giulia di Barolo sarebbe contenta di visitare l’Housing Giulia. La marchesa e filantropa francese naturalizzata italiana che, nel 1823, fece costruire un immobile a Torino, nell’attuale via Cigna, come rifugio per le giovani donne uscite dal carcere, sarebbe orgogliosa di sapere che quel luogo, a distanza di due secoli, ha saputo mantenere viva la sua vocazione di accoglienza. Housing Giulia è un progetto di housing sociale nato un anno fa. Un complesso di 3mila metri quadrati, composto da 48 appartamenti, forte- mente voluto dall’Opera Barolo, che è proprietaria dell’immobile, e realizzato con il sostegno economico della Regione Piemonte e in collaborazione con il Comune di Torino e la cooperativa Di Vittorio. La gestione è affidata all’impresa sociale Co-Abitare, formata dalla cooperativa Esserci (Gruppo Cgm), dalla cooperativa sociale Giuliano Accomazzi e dal consorzio Copea (cooperativa edilizia). Nel progetto Co-Abitare ha in- vestito un milione di euro grazie a un finanziamento di Banca Prossima. Questa somma è stata utilizzata per ristrutturare e arredare gli appartamenti e va a sommarsi ai 3 milioni versati dall’Opera Barolo e a 800mila euro del- la Regione Piemonte. Co-Abitare ha avuto la struttura in comodato d’uso gratuito per 30 anni.

Doppia utenza

«Housing Giulia è un nuovo modo di concepire l’abitare» spiega Guido Geninatti, presidente di Co-Abitare. «Un progetto di residenzialità temporanea, che nasce da un’emergenza che negli ultimi anni si è fatta sempre più forte, soprattutto nelle grandi città: quella di una casa. Ci sono molte famiglie in condizioni di stress abitativo, perché non possono permettersi un affitto normale, o perché hanno subito uno sfratto. Ma ci sono anche lavoratori, soprattutto giovani, che hanno contratti di collaborazione così brevi e incerti, che non possono prendere una casa per un periodo lungo. E poi ci sono sempre più persone che viaggiano e che cercano un luogo dove stare bene per qualche giorno. Housing Giulia nasce dall’intercettazione di queste differenti necessità».

I 48 appartamenti, tutti arredati e dotati di bagno e cucina, si dividono in monolocali, bilocali e trilocali, e si possono affittare per un periodo che non superi i diciotto mesi. Metà degli alloggi è destinata a persone in difficoltà ed è disponibile a prezzi calmierati: un monolocale costa 250 euro al mese (utenze comprese), quindi circa il 40% in meno rispetto ai prezzi di mercato. Gli utenti vengono selezionati da una commissione composta dall’ente gestore, dal Comune di Torino e dai servizi sociali e sanitari. Durante il periodo di permanenza, vengono seguiti nel loro progetto di vita e aiutati a trovare un lavoro o un’altra abitazione: in questo modo le persone sono spronate ad impegnarsi per costruire il loro futuro.

L’altra metà degli appartamenti, invece, è riservata a studenti e giovani lavoratori, ma anche ai turisti. In questo caso il prezzo è allineato al mercato: un monolocale fino a 30 metri costa 470 euro al mese (sempre utenze comprese), mentre chi si ferma solo una notte paga 45euro.
«Questo è un punto fondamentale di innovazione sociale del nostro progetto» chiarisce Margherita Francese, presidente della cooperativa Accomazzi.

«Non abbiamo voluto creare un ghetto per chi è in difficoltà, ma anzi abbiamo dato vita ad un ambiente vivace, dove persone diverse possano incontrarsi, perché proprio dalle relazioni possono scaturire nuove occasioni di crescita».

«Housing Giulia è davvero un luogo vi- tale e multiforme, dove le vite e le storie più differenti si incrociano» spiega Giuseppe, 20 anni, arrivato dalla Sicilia qualche mese fa, per studiare tecniche di narrazione alla Scuola Holden. E così, nel grande salone al piano terra, o nel cortile interno, o ancora nelle lavande- rie comuni, può capitare di imbattersi in Hicham, 42 anni, di origine marocchine. Vive qui da qualche mese, insieme alla moglie e ai tre figli, dopo che ha perso il lavoro e la casa, in seguito a una malattia che l’ha costretto al trapianto di un rene: «Si cade ma ci si rialza, e an- che questa volta ce la farò».

Un tocco artistico
Ecco Giammarco, 31 anni, che ha un lavoro sicuro in un negozio e che di Housing Giulia apprezza il fatto che «qui ho trovato mille nuovi amici e sen- tirsi soli è impossibile. D’estate c’è una festa ogni sera…». E poi, ancora, si possono incontrare scrittori, artisti e attori di passaggio, come è capitato durante la manifestazione Torino Spiritualità o durante Artissima, la fiera internazionale di arte contemporanea. «A proposito di arte, questo è un posto unico» dice Elisabetta Stellabotte, che si occupa della gestione. Che precisa: «L’artista di fama internazionale David Tremlett ha realizzato un wall painting negli spazi comuni. Alcuni appartamenti sono arricchiti dalle opere di Massimo Barzagli, altri dalla collaborazione con l’associazione Arteco. Edoardo Tresoldi e Alessandro Bulgini hanno poi donato alcune loro installazioni.

Un'installazione di Edoardo Tresoldi e Alessandro Bulgini


Siamo poco abituati ad associare il welfare alla bellezza, invece questo binomio è un altro punto di innovazione sociale di Housing Giulia, perché vivere in un ambiente bello aiuta tutti, soprattutto chi è in difficoltà, a riprogettare la propria vita. Inoltre, ogni settimana, organizziamo incontri, concerti, mostre, siamo aperti al pubblico esterno. Creiamo occasioni di contaminazione tra il dentro e il fuori, per offrire continui stimoli ai nostri ospiti». «È interessante che questo progetto coinvolga attori diversi e differenti fra loro» conclude Daniela Ortisi, presidente della Cooperativa Esserci,

«l’Opera Barolo ha fortemente voluto Housing Giulia, mettendo anche a disposizione lo stabile; le cooperative Esserci e Accomazzi hanno condiviso le conoscenze in ambito sociale e le risorse umane; il consorzio Copea ha fornito le sue competenze in ambito edilizio. Un sistema di welfare mix che potrebbe diventare un modello di riferimento per far fronte alle esigenze abitative con- temporanee e ai bisogni di una società sempre più liquida, dove le persone hanno spesso necessità di trovare una casa a basso costo e in tempi rapidi».


In copertina gli spazi comuni del complesso dove si può ammirare anche il wall painting di David Tremlett



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