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Basso (Pd): «Per ridurre l’offerta di azzardo servono almeno tre passi in più»

Come arginare il fenomeno dell'azzardo di massa? Riducendo l'offerta, ma non solo. Ecco alcuni nodi critici e altrettanti spunti di riflessione a partire dal progetto che il Governo intende presentare alle Regioni

di Lorenzo Basso

Le drammatiche conseguenze dell’azzardo sulle persone e sulla società continuano a crescere. Lo testimoniano i recenti fatti di cronaca del nostro Paese, dove solo pochi giorni fa una giocatricepatologica è stata condannata per tentato omicidio e rapina di un’anziana vicina di casa: aveva finito il denaro e non sapeva come procurarselo.

Associazioni, regioni ed Enti Locali hanno provato ad arginare il fenomeno, ma non è stato sufficiente. Troppo ampie sono state le concessioni che hanno permesso all’azzardo di penetrare in ogni angolo del territorio: 380.000 slot machine autorizzate, 96.000 luoghi dove trovarle, più di 65.000 rivendite di lotterie.

Bene quindi l’obiettivo di ridurre le slot machine, imporre criteri più severi alle sale gioco, ridurre la giocata massima delle VLT, come si legge nella bozza di accordo proposta in sede di Conferenza Unificata Stato-regioni-EE.LL.

Bene, a patto che questi passi avanti non chiedano in cambio ilvenire meno di quelle misure messe in campo da regioni ed EE.LL. per limitare l’offerta di azzardo, in particolare regolamentazione degli orari di apertura e distanze minimedai luoghi sensibili.

La proposta del governo di non calare dall’alto queste norme, ma rendere pubblica la bozza e raccogliere indicazioni, deve essere accolta come un’occasione da non perdere.

In queste settimane (quante?) a disposizione per far arrivare suggerimenti alla bozza e sviluppare un dibattito pubblicotrasparente, è utile che si esprimano tutte le associazioni, le fondazioni antiusura, gli operatori dei SERT, gli amministratori locali (anche di piccoli comuni) e tutti i cittadini che hannosacrificato tempo ed energie per lavorare su questi temi.

In questi anni, partecipando a centinaia di incontri, ho avuto l’occasione di ascoltare le drammatiche storie di giocatori patologici, dei loro familiari e di confrontarmi con competenti e appassionati amministratori locali.

Mi sento quindi in dovere di segnalare almeno tre questioni che ritengo fondamentali: distanze, lotterie istantanee, pubblicità.

Distanze

La prima e più importante riguarda la tutela sostanziale delle prerogative di Regioni ed Enti Locali e non solo il loro coinvolgimento. Si può pensare di avere una normativa quadro nazionale entro cui gli EE.LL. si possano muovere per garantire omogeneità e al contempo evitare zone franche (in quei Comuni che non hanno ancora adottato misure di contrasto), ma sarebbe sbagliato e rappresenterebbe un pericoloso precedente immaginare certificazioni che consentano di aprire sul territorio sale gioco che non rispettino i regolamenti comunali.

Fondamentale è quindi il mantenimento delle distanze minime dai luoghi sensibili, oltre che la possibilità di regolamentare gli orari, secondo le modalità stabilite dai Comuni, anche per le sale di tipo A.

Dobbiamo inoltre dirci con schiettezza che le distanze rappresentano ad oggi l’unico strumento efficace di riduzione dell’offerta. Lo dimostrano le stime presenti sul documento “Giochi… a distanza”, a firma del vicedirettore dell’AAMS e scaricabile dal loro sito. La previsione di distanze da luoghi sensibili comporta riduzione dei volumi di gioco e quindi delle entrate dello Stato. La riduzione di entrate è argomento di cui tener conto con serietà, ma rappresenta anche l’unico vero indicatore in grado di certificare che si stia riducendo realmente il fenomeno e non solo rimodulando l’offerta.

Lotterie istantanee

Bene l’obiettivo di ridurre il numero delle slot machine e la loro giocata massima (gli italiani spendono complessivamente 46,6 miliardi di euro solo per esse: oltre il 50% dell’intero settore).

È necessario però fare lo stesso anche per le lotterie istantanee(i cosiddetti “gratta e vinci”), per i quali si dilapidano ogni anno più di 9 miliardi di euro, e la cui diffusione e pervasività in ogni luogo pubblico è ormai insostenibile (autogrill, poste, etc…). Si può immaginare di limitarli alle sole rivendite di Tabacchi o comunque ad altri luoghi controllati e limitati numericamente.

Pubblicità

Se si arriverà all’approvazione di queste linee guida, d’intesa con regioni ed EE.LL., per ridurre i punti vendita e rispettando distanze e orari stabiliti dai Comuni, sarà un passo avanti.

Ma per contrastare questa piaga sociale rimarrà sempre la sfida più difficile e complessa: quella culturale che ha bisogno, come precondizione, della fine di quel condizionamento costante che rappresenta la pubblicità (spesso ingannevole) in favore dell’azzardo.

Si impegni quindi il Governo, contestualmente con l’approvazione di queste linee guida, a dare il via libera alla discussione nelle Aule del Parlamento a quei progetti di legge presentati da tutte le forze politiche che mirano al divieto totale dipubblicità e di sponsorizzazione dell’azzardo, sullo stesso modello e con le stesse modalità che già vigono per tabacco e sigarette.

Questa sarebbe anche la migliore risposta alle crescenti preoccupazioni contenute nella relazione della Commissione Parlamentare Antimafia sull’uso del mercato dell’azzardo legale da parte delle organizzazioni criminali per riciclare e ripulire il denaro proveniente da attività illecite.

L'autore è parlamentare Pd e fondatore intergruppo parlamentare sul contrasto all’azzardo


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