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Cooperazione & Relazioni internazionali

Benin, urgente garantire il certificato di nascita ai bambini

Oggi è la Giornata internazionale contro la tratta degli esseri umani. L'ong opera a fianco dei bambini invisibili del Paese africano,in prima linea contro l’emergenza

di Redazione

In Benin, in Africa occidentale, 2 bambini su 5 non esistono, perché non nessuno ha registrato il loro atto di nascita, un documento semplice e indispensabile che ne attesti l’esistenza. WeWorld vuole restituire l’identità a tutti i bambini che in questo Paese, estremamente povero, un documento ha privato del futuro.

Cosa significa non avere un atto di nascita? Significa non poter finire la scuola primaria e affrontare l’esame finale che consentirebbe loro di proseguire gli studi o di scegliere di lavorare e costruirsi così un futuro. Significa diventare facili vittime della tratta di esseri umani, o finire nelle mani di piccoli e grandi delinquenti.

E se la situazione è grave nelle città, si aggrava nelle zone rurali, dove solo 1 bambino su 5 risulta regolarmente registrato.

Ma perché i genitori scelgono di rubare il futuro ai propri figli? Il problema nasce dalla disinformazione sull’argomento e dai numerosi ostacoli che una famiglia deve affrontare per poterli registrare: spesso i tribunali si trovano a kilometri di distanza dalle abitazioni e i genitori non possiedono mezzi e risorse per raggiungerli.

WeWorld vuole cambiare le cose e aiutare i bambini del Benin a tornare visibili. Per farlo ci impegniamo nel sensibilizzare la popolazione locale e nel favorire anche la “registrazione tardiva” presso i tribunali di prima istanza. Sono state infatti istituite le audiences foraines, una procedura che permette ai giudici di spostarsi negli uffici del Comune o del distretto interessato o molto più spesso nelle scuole, è qui che incontrano i bambini, molto spesso già grandi e fanno sul momento la registrazione, andando incontro alle tante persone che non hanno la possibilità di raggiungerli e semplificando l’iter burocratico.

Sono già oltre 1000 bambini a essere stati registrati attraverso questa procedura e che possiedono ora un atto di nascita.

Il lavoro da fare però è ancora tanto: è importante prima di tutto far comprendere ai genitori l’importanza del certificato di nascita e per questo è necessaria una grande opera di sensibilizzazione. Da anni WeWorld gira di villaggio in villaggio alla ricerca dei bambini senza nome e dei loro genitori, ricordando i giorni delle udienze e convincendoli a parteciparvi. L’informazione viene diffusa anche tramite i comitati scolastici, i capi-villaggio, gli appelli radio, ma è con la vicinanza che si cerca di cambiare le cose.

I bambini non registrati, infatti, non hanno diritti, primo fra tutti quello all’educazione: non possono svolgere gli esami a scuola, crearsi una cultura e costruirsi un futuro. Non possono essere curati, non possono viaggiare. I bambini senza atto di nascita non sono liberi di vivere la propria vita e spesso finiscono per cadere nella rete della criminalità o, peggio, vengono ridotti in schiavitù. Per i bambini del Benin quel “pezzo di carta” significa tutto. WeWorld parte dai genitori, sta poi agli altri, al governo, alla società, dare il proprio contributo.


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