Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Attivismo civico & Terzo settore

Cari Monopoli, perché non date i numeri che da anni gli italiani vi chiedono?

I Monopoli di Stato comunicano a mezzo stampa che la «spesa effettiva degli italiani« in azzardo legale sarebbe pari «all'1% del Pil nazionale». Bazzecole, insomma, Siamo sicuri sia proprio così? Perché, allora, gli stessi Monopoli non rendono pubblici, finalmente, i dati sulla raccolta monetaria per tipologia di gioco e, per ciascuna tipologia, l'ammontare della quota trattenuta che va ai concessionari e della quota trattenuta che va all'Erario, oltre alla racconta monetaria comune per comune?

di Redazione

Devono dar fastidio non poco, i numeri che fotografano il devastante fenomeno dell'azzardo legale italiano: un fatturato da quasi 96 miliardi di euro nel 2016. Numeri da togliere il sonno, anche ai funzionari dell'Agenzia dei Monopoli di Stato, che preside al controllo fiscale e legale su quel fenomeno e che, in una nota diffusa dall'Ansa alle 18:16 di oggi, 13 febbraio 2017, precisano – testualmente – che «la spesa degli italiani per il gioco nel 2016 è stata pari a circa 19 miliardi di euro (in termini di Pil è poco meno dell'1%), da non confondersi con i 96 mld della "raccolta" (ovvero l'insieme delle puntate, mentre la "spesa" si ottiene sottraendo dall'ammontare della raccolta annua il totale delle vincite del periodo corrispondente)». Nulla di nuovo sotto il sole e, per dirla con i premi Nobel Akerloff e Shiller, ma anche con il maggior filosofo morale italiano dopo Croce, Totò: cca nisciuno è fesso!

I Monopoli chiamano "raccolta" il fatturato, ma è una dizione che ognuno ha il diritto di rifiutare, perché valutativa non denotativa. "Raccolta" lascia infattio sottintendere che vi sia una "restituzione". Cosa che ci porterebbe nel campo delle supposizioni, non dei numeri. Ma torniamo ai numeri: il fatturato (o la raccolta, se usiamo il gergo dei Monopoli) dei privati che fanno affari con l'azzardo legale è cresciuto in 10 anni del 191%. Come chiamiamo questa progressione?

Ma parché i Monopoli di Stato devono fare un comunicato in agenzia di stampa? L'Agenzia Dogane e Monopoli, leggiamo dall'Ansa, farebbe «riferimento alle inesattezze che caratterizzano talvolta i dati oggetto di commento relativi al gioco legale» (notare ancora le parole: ADM usa "gioco legale", non azzardo). Bene, visto che quei 96 miliardi risultano il fatturato (ripetiamo: il fatturato), per evitare fraintentimenti peggiori perché l'Agenzia non mette finalmente a disposizione di cittadini, enti locali, decisori politici i dati sul fatturato dell'azzardo legale?

L'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli potrebbe mettere a disposizione i dati sulla raccolta monetaria per tipologia di gioco e, per ciascuna tipologia, l'ammontare a) della quota trattenuta che va ai concessionari e b) della quota trattenuta che va all'Erario. Potrebbe, per confermare la sua buona volontà, in base alla suddivisione per ogni tipologia di gioco indicare: a) Raccolta monetaria per provincia e per ciascuno dei comuni; b) Numerosità dei punti di offerta per provincia e per comune, suddiviso per tipologia di gioco (quante slot machine e vlt, quante sale da gioco, quanti punti di vendita, botteghini, negozi). Anche per il gioco on line: suddivisione per tipologia e per provincia e comune.

Insomma, tutti i dati di cui dispongono spacchettati e scomposti affinché si possa fare quel discorso di chiarezza nei numeri che la stessa ADM auspica e invoca. A oggi, più che le inesattezze dell'informazione è questa asimmetria informativa a pesare sulla reale comprensione del problema.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA