Politica & Istituzioni

Un 2 per mille per alimentare il Fondo contro la povertà?

Sono 173 gli emendamenti e 26 gli ordini del giorno presentati alla delega sulla povertà in discussione in Commissione Lavoro del Senato. Auto blu, idrocarburi, diaria dei parlamentari, soppressione del fondo per l'editoria sono fra le proposte del M5S. Spunta anche l'idea di un 2 per mille destinato al Fondo nazionale di contrasto alla povertà, ovviamente se questo diventasse reddito di cittadinanza

di Sara De Carli

Sono 173 emendamenti e 26 ordini del giorno (qui tutti i testi). Tanti sono gli atti depositati in Commissione Lavoro e Previdenza Sociale del Senato a proposito dei disegni di legge sul contrasto alla povertà. Come anticipato, il Pd non ha presentato alcun emendamento: l'idea è quella di approvare la delega nel testo della Camera, con l’impegno del Governo a scrivere subito i decreti attuativi.

Scorrendo le proposte emendative e gli ordini del giorno depositati (domani la Commissione ha in calendario la ripresa dei lavori), ci sono parecchie curiosità. Ci sono ordini del giorno che impegnano il Governo a introdurre il «salario minimo», con la creazione di un ammortizzatore sociale di carattere universale; a prevedere una misura economica destinata ai nuclei familiari con minori e figli conviventi con età fino a 25 anni impegnati in percorsi educativi; a prevedere misure sostitutive di quelle vigenti a sostegno dei disabili e non autosufficienti di tutte le età a rischio di povertà; a incrementare i trasferimenti a favore degli enti locali e dei Centri per l'impiego. C’è anche un ordine del giorno a firma Maurizio Sacconi che invita a collegare e condizionare l'erogazione del sussidio contro la povertà al fatto che ci sia un soggetto del terzo settore che sia stato incaricato della cura del beneficiario, «affinché la prestazione monetaria non concorra ad esaltare eventuali condizioni di degrado e dipendenza, ma si inserisca in un coerente percorso di effettiva inclusione». C’è chi chiede il requisito di dieci anni di residenza sul territorio nazionale continuativi e stabili per accedere alla misura, chi vuole fissare per le famiglie extracomunitarie una soglia punti da accumulare dopo la sottoscrizione dell'accordo di integrazione, e chi esclude gli stranieri, anche con permesso di soggiorno di lungo periodo, al fine di ottimizzare la finalizzazione delle risorse stanziate.

C’è l’emendamento 1.1 dei 5 Stelle che sostituiscono l’articolo 1 del testo base con i 153 articoli della loro proposta sul reddito di cittadinanza. Ma anche – sempre M5S – emendamenti "omnibus" usano la delega sulla povertà per dettagliare la dotazione di automobili di servizio per ASL, aziende sanitarie ospedaliere e istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, stabilendo quante possono essere, chi le può utilizzare, che tragitto può fare, e prevedendo che i consumi e i chilometri percorsi, con indicazione delle relative date debbano essere pubblicate almeno una volta all'anno, certificate da società terze specializzate individuate dal Ministero della salute, di concerto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Nello stesso emendamento, più avanti, si prevede ad esempio che il 'Fondo straordinario di sostegno all'editoria', sia soppresso e le risorse rinvenienti contribuiscono integralmente alla promozione di misure per il contrasto della povertà, e anche che ai membri del Parlamento sia corrisposta una diaria a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma, non superiore all'importo lordo di euro 3500, sulla base degli effettivi giorni di presenza per ogni mese nelle sedute dell'Assemblea e delle Commissioni. C’è anche spazio per regole nuove per la coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi e per i canoni annui per i permessi di prospezione e di ricerca e per le concessioni di coltivazione e di stoccaggio nella terraferma, nel mare territoriale e nella piattaforma continentale italiana. Fra le proposte del M5S anche un 2 per mille da destinare al fondo nazionale di contrasto alla povertà – nel caso ovviamente in cui diventi reddito di cittadinanza, ovvero una misura unica a carattere universale per tutti i cittadini italiani – per una spesa massima di 17 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2017.


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