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Sgarbi: «Quando l’arte sa ancora parlare all’uomo»

Il critico ha presentato oggi a Milano le casette create dall'artista Maurizio Orrico e donate ai senza tetto della città

di Marco Dotti

«Se penso a Milano, penso a un clochard dell'arte come Giovanni Testori. Il mondo dei clochard l'ho sempre visto come un mondo artistico in sé. Testori lo capiva. Che un artista se ne occupi è tutt'altro che strano. Lì l'artista capisce che l'arte ha ancora qualcosa da dire all'uomo. E l'uomo sottratto dalla dimensione capitalistica e consegnato a una dimensione altra ha ancora da dire all'arte».

Così Vittorio Sgarbi che oggi al Memoriale della Shoah, ha consegnato ai senza tetto della città 10 casette di cartone, ignifughe, resistenti all'acqua e, soprattutto, d'artista. L'artista è il cosentino Maurizio Orrico, «tipo matto e ironico, ma irrimediabilmente libero».

Le casette di Orrico, racconta Sgarbi, sono «casette di resistenza, di resistenza anarchica. Un clochard che cosa è se non un anarchico? E queste case tutto sono, fuorché un atto di pietismo. Sono un doveroso omaggio a questa anarchia».


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