Sostenibilità sociale e ambientale

I tassisti litigano con Uber? E noi lanciamo l’Uber delle spedizioni

L'applicazione si mette in concorrenza con player del settore come Bartolini o Dhl. Intervista all'amministratore delegato Stefano Dallago: «Siamo partiti con un investimento di 200mila euro, break even in due anni»

di Redazione

Nei giorni in cui a Roma e nel resto d’Italia infuriava la protesta dei taxisti contro Uber, a Trento due imprenditori trentenni lanciavano tZig, di fatto l’Uber dei corrieri espresso: loro sono Stefano Dallago, 36 anni ceo (nella foto a sx), e Franco Dalfovo responsabile marketing di tZig. Cos’è tZig? Una community di utenti che scelgono a chi affidare pacchi e documenti importanti, di qualsiasi dimensione, ad altri utenti che stanno viaggiando con qualunque mezzo (auto, moto, nave, treno, bici, spazio, ecc.), con la garanzia della consegna in giornata, certificata e garantita da un codice di sblocco che chi riceve e chi spedisce ottengono via smartphone al momento della consegna. Come funziona? Chi spedisce sceglie a quale tziggie (trasportatore), tra quelli suggeriti, affidare il trasporto, accordandosi direttamente sugli orari e sul luogo di ritiro e consegna. Dall’altro lato, chi viaggia può inserire l’itinerario e guadagnare con qualsiasi mezzo si sposta. E guadagnare in modo sicuro. Perché tZig assicura il pagamento della commissione solo al momento della reale consegna, che il destinatario certificherà con la sua firma e verificando lo stesso codice di sblocco del mittente. Il nome? È stato ideato negli Stati uniti, è un suono onomatopeico. Dovrebbe suonare un po’ come: “Detto e tzig…spedito!" Com’è nata l’idea e qual è il modello di business, lo spiega invece l’amministratore delegato in questa intervista.

Stefano Dallago, partiamo da qualche dato biografico: 36 anni, trentino, che altro?
Fino a 22 anni ho studiato ingegneria. Ma non mi sono mai laureato perché a un certo punto ho deciso di mettere su un’azienda tutta mia nel mobile marketing: si chiamava One etere srl e il prodotto di punta si chiamava Trendoo. Nel 2014 ho realizzato la mia exit vendendo l’azienda alla Gruppo Mobyt restandone amministratore delegato. Poi l’anno scorso l’azienda è stata acquisita da un fondo inglese, Hg Capital e io stesso ho dato le dimissioni.

Quanto fatturavate con Trendoo?
Circa 6 milioni di euro

tZig come nasce?
Nasce dall’idea di un imprenditore americano, Josef Greco, che conoscevo e col quale abbiamo ideato di creare una sorta di Blabacar o di Uber delle consegne. I primi tre Paesi saranno appunto l’Italia in cui siamo appena partiti, gli Stati uniti e l’Irlanda. Io attualmente sono amministratore delegato di tZig Italia srl.

Con che tipo di investimento siete partiti?
200mila euro. Contiamo di raggiungere il break even in due anni.

Come?
Attualmente abbiamo circa mille utenti registrati, 500 dei quali si sono dichiarati disposti a effettuare trasporti in modalità locale (tipo pony express all’interno di una stessa città) e/o in modalità lungo raggio su tragitti pianificati da una città all’altra). Il costo del trasporto viene deciso – anche in base ai paremetri che suggeriamo noi – attraverso l’interlocuzione fra cliente e trasportatore che incassa l’intero ammontare versato. Questo nella fase di lancio. Quando poi la comunità si allargherà, introdurremo un fee sulle transazioni, che rappresenterà il nostro fatturato.

Come vi farete conoscere?
Sicuramente attraverso una campagna sui social, ma ci muoveremo anche off line. Per esempio la comunità dei pendolari per noi è un target molto appetibile. Credo che presto ci troverete nelle stazioni


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA