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Per gli italiani il testamento solidale non è più un tabù

Nuovi dati da un'indagine realizzata da Doxa per il Comitato Testamento Solidale. Chi conosce di più l'esistenza di questo strumento, a sorpresa, sono i giovanissimi: fra i 15 e i 17 anni il 66% ne ha sentito parlare. Solo il 9% degli italiani non condivide questa possibilità

di Redazione

Niente più scaramanzie attorno al tema del testamento solidale, anche se ancora 6 italiani su 10 non ne hanno mai sentito parlare e solo 1 su 10 afferma di sapere bene cos’è. Una piccola, grande conquista se si pensa che solo pochi anni fa, nel 2013, per 8 italiani su 10 il testamento solidale era addirittura un tabù e ben 7 milioni di persone non lo conoscevano affatto. I dati emergono dall’ultima indagine realizzata da Doxa per il Comitato Testamento Solidale, di cui fanno parte 19 prestigiose organizzazioni no profit (qui l’elenco), con il patrocinio del Consiglio Nazionale del Notariato.

Quelli che ne sanno di più a sorpresa non sono gli anziani, ma i giovanissimi: il 28% degli adulti tra i 45- 54 anni ne ha sentito parlare e il 26% di chi è tra i 65 e i 74 anni ma è fra i ragazzi tra i 15 e i 17 anni che la conoscenza dell’esistenza del testamento solidale raggiunge il picco: ben il 66%. I meno informati su questa forma di solidarietà sono i giovani tra i 18 e i 24 anni: l’85% di loro non lo conosce affatto. Dall’indagine emerge che quasi 6 italiani su 10 (il 57%) si sentono assolutamente liberi nella eventuale scelta di fare un lascito solidale, senza temere le reazioni dei propri cari, mentre a nutrire qualche timore di deludere figli e nipoti sono proprio i più anziani (dai 65 e i 74 anni, 35%).

«Quando abbiamo lanciato la campagna di informazione e sensibilizzazione sul testamento solidale erano davvero pochi gli Italiani che sapevano cosa fosse e a cosa potesse servire. Addirittura alla parola “testamento” la maggior parte delle persone associava l’idea delle problematiche familiari, della solitudine affettiva o di un vero e proprio tabù», dichiara Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale e Segretario Generale della Lega del Filo d’Oro. «Oggi ci sono ancora persone che non conosco questa forma di solidarietà, ma abbiamo vinto la paura e la scaramanzia e sempre più Italiani cominciano a prendere in considerazione questo modo di aiutare chi ne ha più bisogno».

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All’atto pratico, però, 8 italiani su 10 dichiarano che con il loro eventuale lascito solidale vorrebbero “dare un po’ di gioia e felicità a chi ne ha più bisogno”. In particolare, 1 su 2 vorrebbe realizzare un ospedale o, più in generale, servizi legati alla salute, all’assistenza sanitaria e alla ricerca; il 40% degli intervistati vorrebbe contribuire a sostenere una casa famiglia o progetti per i bambini in difficoltà; il 35% una scuola o programmi di istruzione ed educazione; il 33% destinerebbe volentieri i suoi averi per la costruzione di un centro anziani o per il sostegno di servizi di assistenza per la terza età. E non manca chi pensa alla creazione di un centro culturale, ricreativo e sportivo (19%).

Andando ad esplorare le motivazioni profonde alla base di un lascito, gli italiani enumerano una serie di ragioni che cambiano solo in parte a seconda dell’età. 1 italiano su 3 dichiara che un lascito dà un senso più profondo a una vita frenetica in cui c’è poco tempo per gli altri (33%, che balza quasi al 50% tra i 15-24enni), un altro 31% afferma di voler lasciare una traccia di sé anche dopo la morte (con picchi del 42% fra 18-24 anni e 35-44 anni), per altri ed è un doveroso segno di riconoscenza per quanto si è ricevuto dalla vita (30%, che sale al 40% fra i 65-74 anni). In ogni caso, solo in piccolissima minoranza (il 9%) non condivide questo gesto.


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