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L’ultimo miglio della delega povertà

Chiusa la discussione generale, oggi pomeriggio la delega sulla povertà sarà in Aula al Senato. La relatrice Annamaria Parente: «un provvedimento atteso da molto tempo che, finalmente, dà una risposta a questioni annose la cui soluzione non è più procrastinabile. Questa legge è necessaria»

di Sara De Carli

L'Assemblea del Senato prosegue oggi pomeriggio, martedì 7 marzo, la discussione del ddl recante norme relative al contrasto della povertà, già approvato dalla Camera.

Dopo il via libera della Commissione Lavoro (il giorno 22 febbraio), fra l’1 e il 2 marzo l’Aula ha svolto la discussione generale. Si tratta – ha ricordato Annamaria Parente, relatrice – di «un provvedimento atteso da molto tempo che, finalmente, dà una risposta a questioni annose la cui soluzione non è più procrastinabile. Questa legge è necessaria, perché c'è l'esigenza di dare al Paese un'unica misura nazionale di contrasto alla povertà, ovvero il reddito di inclusione, una misura strutturale, con carattere universale e sottoposta alla prova dei mezzi, sulla base dell'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE)». Il reddito di inclusione sociale che si va a introdurre è una misura di contrasto alla povertà assoluta, «che consisterà in un beneficio economico e in una componente di servizi alla persona, assicurati dalla rete dei servizi e degli interventi sociali, mediante un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa, garantita uniformemente in tutto il territorio nazionale». Il progetto personalizzato fa della misura «uno strumento che supera la visione assistenzialista, radicata troppo spesso, purtroppo, nel nostro Paese, per mettere al centro la persona nel rispetto della sua dignità», ha continuato Parente, in uno strumento che «tiene insieme la bontà e la necessità di una misura nazionale, che diventa un livello essenziale delle prestazioni, con la previsione di un percorso di prossimità», dal momento che «la fuoriuscita dalla povertà non è solo un fatto di reddito – pure necessario – ma è soprattutto una questione di uscita da un certo tipo di vissuto, che si concretizza troppo spesso in un degrado esistenziale».

Le risorse stanziate per il Fondo per la lotta alla povertà sono oggi pari a 1.180 milioni di euro per il 2017 ed a 1.204 milioni a decorrere dal 2018: la legge prevede un Piano nazionale per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale, triennale, con graduale ampliamento della platea dei beneficiari. Per farlo, il disegno di legge prevede anche il riordino delle prestazioni di natura assistenziale finalizzate al contrasto della povertà, fatta eccezione per le prestazioni rivolte alla fascia di popolazione anziana non più in età di attivazione lavorativa, per le prestazioni a sostegno della genitorialità e per quelle legate alla condizione di disabilità e di invalidità.

Gli ordini del giorno approvati in Commissione impegnano il Governo a stabilire in modo chiaro, in sede di attuazione del disegno di legge delega, alcuni aspetti:

  • che la misura nazionale di contrasto della povertà abbia effettivamente carattere di universalità, prevedendo, in sede di predisposizione del disegno di legge di bilancio e di tutti gli altri provvedimenti, lo stanziamento delle risorse necessarie per rendere concretamente realizzabili l'incremento graduale del beneficio, l'estensione della platea dei beneficiari e lo sviluppo sul territorio di adeguati servizi per l'inclusione;
  • a valutare infine l'opportunità di considerare l'incidenza dei costi dell'abitare nella quantificazione del reddito disponibile, in relazione alla soglia di accesso alla misura e nella determinazione del beneficio;
  • a reperire, mediante specifici provvedimenti legislativi, fatte salve le esigenze di finanza pubblica, necessarie e adeguate risorse per affrontare in modo radicale ed esteso il problema della povertà in Italia;
  • a incrementare i trasferimenti a favore degli enti locali e dei centri per l'impiego, affinché vengano realmente messi in condizione di poter attivare e garantire qualità ed efficacia ai progetti personalizzati per l'inclusione sociale e lavorativa, che risultano essere condizione necessaria per l'erogazione del beneficio economico ai soggetti interessati.

Nunzia Catalfo (M5S), relatrice di minoranza, ha ribadito come «rispetto al tema della povertà, con l'approvazione di un disegno di legge così come configurato, l'Italia rimarrà comunque drammaticamente indietro rispetto al resto d'Europa. Il Governo, con tale disegno di legge, continua a considerare la lotta alla povertà in modo marginale»: per i Cinque Stelle la soluzione resta soltanto il reddito di cittadinanza.

Il provvedimento – lo ha ricordato il senatore Angioni (Pd) nella discussione – inizialmente si potrà rivolgere a poco più di 400.000 persone o famiglie: «poca cosa rispetto ai milioni di persone che ne avrebbero bisogno, ma apre, in ogni caso, una nuova strada nel nostro Paese, costruendo un sistema che responsabilizza lo Stato. È poco più che l'inizio di un percorso, ma con questo provvedimento oggi facciamo un significativo passo in avanti nella direzione giusta». Maurizio Sacconi invece, già ministro del welfare, ha ricordato «il pessimo esperimento del reddito minimo garantito», sottolineando «quanto implicitamente pericolosa sia l'erogazione di un sussidio e quanto spesso – purtroppo – sia implicita in quell'erogazione la trappola della povertà e dell'inattività. In altre parole, ci dice quanto sia difficile realizzare quella condizionalità che vuole il collegamento tra il sussidio e le azioni rivolte a includere le persone, sottraendole a una condizione di degrado e portandole a una ripresa di vita attiva. Solo in prossimità – non da Roma – si può stabilire quale sia la condizione di povertà assoluta, di degrado, perché spesso la povertà e il degrado sono collegati a una condizione di solitudine. A parità di reddito, ci può essere una condizione di inclusione o ci può essere una condizione di terribile esclusione. Questo nesso deve essere chiarito. Il nesso tra l'erogazione del sussidio e la presa in carico, prima ancora che del Comune o dopo la valutazione del Comune, dei soggetti sociali che operano in prossimità».

Restando all’agenda della politica, la Commissione Affari Sociali della Camera ha oggi in programma l’esame ella proposta per l’Istituzione della "Giornata della lotta contro la povertà", mentre l’Aula della Camera avvia l'esame del testo unificato delle proposte per il riordino della protezione civile. In Commissione Affari Costituzionali della Camera domani è previsto l’arrivo delle Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati per il suo ultimo passaggio, la Commissione Giustizia sarà impegnata nella stesura del documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sullo stato di attuazione delle disposizioni legislative in materia di adozioni ed affido.

Foto Tiziana Fabi, Getty Images


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