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Bullismo: MaBasta sbarca in Albania

Dopo Sanremo, cinque ragazzi di una scuola bilingue di Tirana hanno avviato anche nel Paese delle Aquile il movimento antibullismo nato e gestito dai ragazzi stessi

di Redazione

È passato un anno da quando tutto è partito, il 7 febbraio 2016. In un anno la loro pagina Facebook ha raggiunto i 33mila like, hanno raccolto oltre 5mila euro su Eppela conm il crowdfunding, sono stati invitati a eventi istituzionali del Miur e con le loro felpe rosse sono saliti sul palco del Festival Sanremo. Sono gli alunni dell'Istituto "Galilei – Costa" di Lecce e sono i fondatori di MaBasta, il primo movimento anti cyberbullismo e bullismo gestito dal basso, dagli studenti stessi. «Una specie di associazione di giovani e giovanissimi che, come noi, vogliono fermare il bullismo, per dimostrare alle bulle e ai bulli che quelli contrari sono molto più numerosi», dicono loro. Un impegno peer to peer, senza aspettare soluzioni dall’alto, spinti – ammettono – dalla lezione umana del prof di informatica, Daniele Manni, che «ci diceva sempre che è molto meglio “fare” qualcosa anziché semplicemente parlarne. Ci siamo chiesti cosa potessimo fare di concreto per almeno tentare di frenare questo bruttissimo fenomeno».

Dopo tutti questi successi, ora c’è un’altra buona notizia: “Mabasta” arriva anche in Albania. Cinque studenti della scuola bilingue “Ismail Qemali” di Tirana – qui accanto in foto, Giulia Dajci, Vivian Sheshi, Nensi Musaj, Denis Murati e Amijet Sengla – seguiti dalla professoressa Eli Zadeja hanno creato una realtà gemella, mettendosi in contatto con i ragazzi di Lecce e si sono già messi in azione per raccogliere adesioni e collaborazioni anche nel paese delle Aquile.

Sono entusiasti i 14 studenti fondatori del movimento italiano: «Man mano che MaBasta prendeva più notorietà sui media italiani e grazie alla grande visibilità che ci ha dato il prestigioso palco di Sanremo – raccontano – abbiamo iniziato ad immaginare che ci sarebbero stati altri giovani e altre scuole intenzionate a seguire il nostro esempio e aggregarsi al movimento, ma mai e poi mai avremmo immaginato di ricevere una mail da Tirana, in Albania, scritta in un italiano perfetto in cui cinque studenti del luogo, attraverso la portavoce Giulia Dajci, ci chiedevano se fosse possibile creare una sezione “MaBasta” nel loro Paese. Ovviamente abbiamo subito detto di sì e abbiamo inviato i nostri loghi, così che potessero personalizzare la pagina. Siamo orgogliosi di essere arrivati così lontano e tutte queste belle cose che ci stanno accadendo ci stanno spronando ad andare sempre oltre e ad impegnarci sempre più».

Foto di copertina by Venturelli/Getty Images


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