Politica & Istituzioni

Povertà: settimana prossima il decreto sarà già in mano alle Regioni

Parla la relatrice Annamaria Parente: «la misura sarà presto operativa. Una prima bozza del decreto e del Piano triennale c’è già, settimana prossima il Governo incontrerà le Regioni per arrivare a un’Intesa». Il cuore del reddito di inclusione sono i servizi che aiutano ad uscire dalla povertà: «ho chiesto al Gverno un impegno per mettere i gli operatori nelle condizioni di fare questo fondamentale lavoro»

di Sara De Carli

«È una giornata storica, ma sul serio, è la prima volta che l’Italia ha una misura nazionale contro la povertà, nazionale significa che tutte le famiglie avranno lo stesso trattamento, indipendentemente dal territorio in cui risiedono»: così la senatrice Pd Annamaria Parente, relatrice al Senato per il ddl di delega sulla povertà commenta l’approvazione della legge da parte dell’Assemblea del Senato, con 138 voti favorevoli, 71 contrari e 23 astenuti.

Senatrice, la palla ora passa al Governo, con i decreti attuativi. Ma i 4,6 milioni di persone in povertà assoluta non possono aspettare… Che tempi si prevedono?
Ci sarà un solo decreto, sarà pronto nel giro di poche settimane, il Governo ci ha già lavorato e ci sta lavorando. Al tavolo di lavoro partecipano anche i parlamentari che hanno seguito questa legge e l’Alleanza contro la Povertà sta dialogando con noi e con il Governo. Quindi è falso che i decreti chissà quando li vedremo, la misura sarà presto operativa.

Ci può anticipare qualcosa di concreto?
Una prima bozza del decreto e del Piano triennale c’è già, settimana prossima il Governo incontrerà le Regioni per arrivare a un’Intesa.

Quello di oggi è certo un grande traguardo, ma uno dei limiti oggettivi è che a beneficiare della misura oggi potranno essere solo 1,7 milioni di individui sui 4,6 che sono in povertà assoluta: l’Alleanza da sempre afferma che l’obiettivo deve essere quello di arrivare – certo gradualmente – alla universalità della misura, ovvero a tutta la popolazione in povertà assoluta. È un’istanza che il decreto accoglierà?
Più che il decreto il Piano triennale contro la Povertà, l’altro atto collegato alla delega e che la rende operativa. Lì dentro ci sarà il principio dell’obiettivo dell’universalità della misura, ovviamente c’è il tema di reperire le risorse. Noi stiamo spingendo perché ci sia anche nel decreto.

Il decreto delegato definirà platea e accesso: con che criteri?
Isee e reddito reale, è scritto nella delega.

E i costi dell’abitare che l’Alleanza contro la Povertà invita a considerare?
In parte sono già nell’Isee.

L’altro tema è quello dei servizi, che hanno bisogno di un finanziamento adeguato.
Per me questo è un tema fondamentale, infatti in Aula nei giorni scorsi, replicando al Governo ho chiesto che venga reperita qualsiasi risorsa – penso in particolare ai fondi europei e ai PON – per il rafforzamento dei servizi. Il cuore del reddito di inclusione, ciò che lo differenzia dalla proposta dei 5 Stelle, è l’attivazione delle persone, il dire che l’uscita dalla povertà non è solo questione di un contributo monetario ma anche di un accompagnamento, un aiuto a uscire dalla povertà, che viene dai servizi. Di conseguenza dobbiamo mettere i nostri operatori nelle condizioni di fare questo lavoro cruciale e delicato. D’altra parte però le risorse per il supporto ai servizi non può andare a discapito della misura economica, che altrimenti si ridurrebbe troppo… È un punto essenziale, il Governo si è impegnato a trovare tutte le risorse possibili per questo.

In foto la mensa dell'Antoniano di Bologna ( by Ramiro Castro Xiques)


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