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Politica & Istituzioni

Tagli ai fondi sociali: il Governo presenti una proposta alternativa

È quanto chiede la Camera, tramite un ordine del giorno presentato da Elena Carnevali e Donata Lenzi (Pd). Intanto Martedì 4 aprile le associazioni scenderanno in piazza

di Sara De Carli

«La Camera impegna il Governo a portare nella prossima Conferenza Stato-Regioni una proposta alternativa ai tagli ai fondi sociali sancita lo scorso 23 febbraio che ha portato ad una decurtazione del Fondo per le politiche sociali di oltre due terzi riducendolo a 99 milioni di euro evitando di mettere a rischio l’inclusione delle fasce più deboli»: è questo il testo dell’ordine del giorno 9/4310-A/72 presentato ieri alla Camera dalle onorevoli Donata Lenzi e Elena Carnevali, durante la discussione sul decreto sicurezza. Nelle settimane scorse nell'ambito dell'intesa fra Stato e Regioni per il contenimento della spesa pubblica, il Fondo per le Politiche Sociali e quello per la Non Autosufficienza sono stati indicati fra i fondi oggetti di riduzione dei trasferimenti statali. Il Fondo per le Non Autosufficienze (FNA) passa da 500 a 450 milioni, quello per le Politiche sociali da 313 a 99 milioni.

Martedì 4 aprile 2017 UILDM, insieme ad AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica), Viva La Vita Italia Onlus, Famiglie SMA (Genitori per la ricerca sull’atrofia muscolare spinale), ConSLAncio Onlus, ASAMSI (Associazione per lo Studio delle Atrofie Muscolari Spinali Infantili) e molte altre Associazioni sarà a Roma con una propria delegazione per protestare contro il taglio. «L’allargamento della platea dei beneficiari e il non adeguamento del Fondo sono una criticità che compromette la possibilità di una più soddisfacente qualità della vita di tutte le persone con disabilità motoria grave e non solo», spiega il Presidente nazionale UILDM, Marco Rasconi. «Negli anni lo sviluppo degli strumenti medici ha permesso un allungamento della speranza di vita e un miglioramento delle condizioni fisiche delle persone che rappresentiamo. Tale sviluppo deve però andare di pari passo con un investimento sociale che sostenga questi strumenti e garantisca un buon livello di vita a tutte le persone con disabilità. Ci auguriamo che la nostra voce possa permettere uno scatto culturale verso un paese sempre più inclusivo».


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