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Fish al ministro Fedeli: cinque punti della delega sono ancora da cambiare

Dopo i pareri delle Commissioni parlamentari sugli schemi dei decreti attuativi della Legge 107/2015, ecco l'analisi della Fish, che chiede un incontro urgente con la ministra Valeria Fedeli

di Redazione

Le Commissioni VII (Cultura, Scienza e Istruzione) e XII (Affari sociali) della Camera dei Deputati hanno espresso congiuntamente i loro pareri sugli schemi dei decreti attuativi della Legge 107/2015 (“Buona Scuola”): un’attività impegnativa nel corso della quale vi è stato un intenso confronto anche con Fish, che ha espresso un notevole e articolato assieme di proposte emendative.

Ed è su questi pareri che il Consiglio Nazionale Fish, tenutosi sabato a Roma, ha puntato la sua attenzione, in particolare sugli Atti 377 e 378. Fish ha espresso apprezzamento per il lavoro compiuto dalle Commissioni. Le relative proposte migliorerebbero, se adeguatamente recepite dal Miur, gli schemi dei decreti ritenuti in origine largamente insoddisfacenti. Sono infatti numerose le richieste Fish recepite dalle Commissioni. Tuttavia, oltre alla preoccupazione sull’effettiva adozione dei suggerimenti da parte del Ministero, rimangono irrisolti alcuni elementi tutt’altro che marginali e che potrebbero inficiare l’intero impianto della riforma stessa.

Per questo motivo il Consiglio Nazionale Fish esprime al Ministro Fedeli la richiesta di attivare, con estrema urgenza, un confronto per ottenere garanzie rispetto ad alcuni punti stringenti.

  • Nel profilo di funzionamento e/o nel PEI dovrebbero essere chiaramente indicati i sostegni (a partire da quello didattico) necessari a garantire un compiuto percorso di inclusione scolastica, anche in termini di qualità, quantità ed intensità. Nei testi attuali questo obbligo è assai aleatorio.
  • Il numero massimo di alunni per classe, in presenza di un alunno con grave disabilità, dovrebbe essere inderogabilmente di 20 persone e non come ora indicato nel parere “di norma 20”. In ogni caso, non ci dovrebbero essere più di due alunni con disabilita per classe, ove senza grave disabilità.
  • È fondamentale che venga espressamente chiarito che agli alunni che non raggiungono gli obiettivi del proprio PEI ed a quelli che non si presentino agli esami sia, in ogni caso, rilasciato l’attestato di crediti formativi.
  • La formazione iniziale per gli insegnanti di sostegno per la scuola dell’infanzia e primaria dovrebbe garantire che all’interno del percorso di laurea magistrale, dopo il terzo anno, sia obbligatorio scegliere l’indirizzo sul sostegno. Inoltre per l’accesso al concorso in ruolo, per i docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado, siano innalzati ad almeno 31 i crediti formativi universitari o accademici in pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell’inclusione, psicologia, metodologia e tecnologie didattiche. Inoltre nel 2° e 3° anno del contratto su posti di sostegno si acquisiscano almeno 90 crediti formativi.
  • Infine il Consiglio Fish insiste affinché venga contrastata ogni forma di precariato sul sostegno. Esso infatti pregiudica il diritto alla continuità didattica ed incide negativamente sulla valorizzazione dell’esperienza professionale dei docenti.

Massima vigilanza, quindi, da parte di Fish ma anche disponibilità al confronto costruttivo con il Ministero. Il tema dell’inclusione scolastica è – da sempre – centrale nell’azione della Federazione.


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