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Cooperazione & Relazioni internazionali

27 milioni di persone senz’acqua in Paesi a rischio di carestie

L’Unicef rileva che nel nord est della Nigeria, in Somalia, in Sud Sudan e nello Yemen, Paesi minacciati dalla carestia, circa 27 milioni di persone dipendono da acqua non sicura.

di Cristina Barbetta

Mancanza d’acqua, pratiche igieniche inadeguate ed epidemie costituiscono un’ulteriore minaccia per i bambini gravemente malnutriti nella Nigeria del nord est, in Somalia, nel Sud del Sudan e nello Yemen, si legge in un report dell’Unicef. In questi quattro Paesi minacciati dalla carestia, circa 27 milioni di persone dipendono da acqua non sicura che, per i bambini malnutriti, può portare a forme di diarrea fatale.

«La combinazione di denutrizione, acqua sporca e servizi igienici scadenti innesca un circolo vizioso dal quale molti bambini non si riprendono più», afferma Manuel Fontaine, Direttore Unicef di Programmi di Emergenza. «Perchè l’acqua non sicura può causare malnutrizione o peggiorarla. Indipendentemente da quanto cibo mangia un bambino malnutrito non starà meglio se l’acqua che sta bevendo non è sicura».

Nel nord est della Nigeria, 75 per cento dell’acqua e delle infrastruttura sanitarie in zone interessate da conflitti sono state danneggiate o distrutte, lasciando 3,8 milioni di persone senza accesso ad acqua sicura. Un terzo delle 700 strutture sanitarie nello Stato più colpito di Borno sono state completamente distrutte.

La risposta di Unicef nel Paese, insieme ai suoi partner include:
Fornire acqua sicura a circa 666.000 persone e curare circa 170.000 bambini che stanno soffrendo di malnutrizione acuta negli ultimi 12 mesi

In Somalia, il numero di persone che hanno bisogno di accedere ad acqua, servizi igienici e sanitari è stimato che aumenti nelle prossime settimane da 3,3 milioni a 4,5 milioni – circa un terzo della popolazione. Molte fonti di acqua si sono prosciugate o sono contaminate, i servizi igienici sono scarsi e le malattie che nascono dall’acqua sono in netta crescita. Più di 13.000 casi di colera e di diarrea acquosa acuta sono stati segnalati dall'inizio dell’anno, circa cinque volte in più che nello stesso periodo dell'anno scorso. I prezzi dell’acqua si sono alzati di sei volte nelle zone più remote – rendendo l’accesso fuori portata delle famiglie più povere.

In Somalia la risposta di Unicef include:
Dare a 1,5 milioni di persone l’accesso a 7,5 litri di acqua al giorno per 90 giorni, o fino alle prossime piogge previste in Aprile, promuovendo comportamenti igienici che salvano la vita, ripristinando pozzi trivellati, stabilendo nuove fonti d’acqua ed assicurando acqua appropriata, servizi sanitari e igienici nei centri di trattamento del colera. Una campagna di vaccinazione orale contro il colera- la prima del suo genere nel Paese- è anche in corso per vaccinare mezzo milione di persone.

In Sud Sudan, 5,1 milioni di persone non hanno acqua sicura, adeguate condizioni sanitarie e igieniche. La metà dei pozzi nel Paese sono stati danneggiati o distrutti. Come risultato di un clima secco stagionale, le falde acquifere basse stanno rinforzando la concorrenza per l’acqua tra persone e animali, con il risultato che fonti scarse di acqua sono utilizzate troppo. La mancanza di adeguate infrastrutture sanitarie e pratiche igieniche scarse stanno diffondendo le malattie. Un’epidemia di colera a giugno 2016 ha prodotto più di 5.000 casi e più di 100 morti.

Nel Paese la risposta dell’Unicef include:
Lavorare con il World Food Programme per fornire alimenti, servizi sanitari, terapie, acqua e servizi sanitari a bambini in zone lontane; e accelerare la promozione di misure di igiene e di misure per la sicurezza dell’acqua in aree inclini a epidemie

In Yemen, il conflitto in corso e spostamenti di massa della popolazione hanno lasciato almeno 14,5 milioni di persone senza una quantità adeguata di acqua da bere, senza strutture igienico-sanitarie di base, causando danno alle infrastrutture dell’acqua. Un’epidemia di colera e acuta diarrea acquosa che è sorta a ottobre 2016 continua a diffondersi, con più di 22.500 casi sospetti e 106 morti. Quasi 2 milioni di bambini sono a rischio di diarrea che, anche prima del conflitto, era la seconda causa principale di morte tra bambini al di sotto dei cinque anni.

In Yemen la risposta dell’Unicef include:
Lavorare con i partner per mantenere le strutture sanitarie funzionali per la prevenzione e il trattamento della malnutrizione tra i bambini più vulnerabili, e supportare servizi sanitari e di fornitura di acqua per 4.5 milioni di persone, molte delle quali sono sfollate.

Foto: Albert Gonzalez Farran/AFP/Getty Images


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