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Al Poliambulatorio Clefi sbarca la Medicina di genere

Inaugurati nella mattina di lunedì 10 aprile i nuovi spazi dell'Istituto milanese della Maugeri: un luogo dedicato alla salute delle donne che nasce dall'esperienza maturata dalla struttura nella prevenzione del cancro al seno e che ora fa un salto in più grazie a gruppi multidisciplinari e diagnostica di alta tecnologia per la cura al femminile

di Antonietta Nembri

Il taglio di un nastro rosa è stato il segno che ha simbolicamente dato il via al Poliambulatorio Clefi di Medicina di genere della Maugeri a Milano. Un luogo pensato per le donne e la loro salute. Perché come ha spiegato il direttore dell’Irccs Maugeri di Milano, Laura Dalla Vecchia cardiologa, l’idea che occorresse pensare a una medicina di genere parte da lontano, da quando si è iniziato a riconoscere come le evidenze scientifiche dimostrassero che ogni individuo è diverso e che una delle prime differenze è proprio quella tra uomini e donne.
Dalla Vecchia per evidenziarlo ha voluto citare una delle frasi sessiste che spesso i maschi esprimono riferendosi a delle colleghe donne «una frase azzeccata: “Oggi lascala perdere perché ha il ciclo”. Svincolata dal significato negativo questa frase è vera, le donne hanno una ciclicità, estro-progestinica in primis, che governa gran parte dei meccanismi fisiologici». Oggi la medicina riconosce questa differenza «È ormai assodato che i meccanismi biologici sono differenti nei due sessi. Come medici ricercatori dobbiamo tenerne conto nella ricerca clinica, ma anche nella gestione quotidiana delle nostre e dei nostri pazienti. Purtroppo», ha proseguito Dalla Vecchia, «i dati dei grandi trial sono spesso relativi a popolazioni per la maggior parte maschili, anche se negli ultimi anni i soggetti femminili hanno trovato un posto. Basti pensare che fino a qualche anno fa i soggetti di sesso femminile venivano esclusi dagli studi in quanto creavano poi difficoltà interpretative. Persino nella ricerca di base i topi venivano selezionati maschi». Ma il grande passaggio culturale da fare è quello di comprendere sempre di più che occorre curare le persone, non le malattie.

Il Poliambulatorio Clefi (nell’omonima via), dedicato alla Medicina di genere è il primo a Milano e il secondo in Italia, dopo il Centro regionale per la Medicina di genere di Padova.
Qui la Maugeri ha trasformato il suo istituto più piccolo, quello di via Clefi 9 appunto, in un Poliambulatorio pensato per la salute al femminile, agganciandosi alla lunga esperienza della struttura nella prevenzione del carcinoma al seno, con migliaia di screen mammografici effettuati ogni anno in collaborazione con l’Ats 1 Milano.

Nel Poliambutorio lavoreranno gruppi di medici per un affronto multidisciplinare e multispecialistico di alcune patologie più frequenti nella donna: ci sarà un gruppo ortopedico, anche con fisiatri, gnatologi, fisioterapisti e podologi e l’applicazione di terapie come Tecar e laser o onde d’urto. Al gruppo “endocrinologia e ginecologia”, oltre ai relativi specialisti, ci sarà l’apporto del nutrizionista e sarà possibile effettuare la Moc per prevenire e curare l’osteoporosi.
Operativo il gruppo “cardio-pneumologico” perché, ha ricordato Dalla Vecchia, «la prima causa di morte e di ospedalizzazione è anche per le donne la malattia cardiovascolare».

Delle attività di prevenzione del cancro al seno ha parlato la radiologa-senologa Rosella Amadori, ricordando come il Poliambulatorio sia «uno dei pochi centri a Milano dove è addirittura possibile eseguire biopsie sotto tomo-sintesi, nuova metodica che consente di rilevare lesioni non visibili né alla mammografia né all'ecografia, e si possano quindi eseguire tutti i tipo di accertamenti bioptici senza dover mandare le donne in altri centri». Amodari ha anche dato alcuni dati ricordando l’importanza delle campagne di screening mammografico cui nei primissimi anni aderivano circa il 40% delle donne invitate, percentuale oggi salita all’80%.

Ha preso la parola anche il chirurgo Fabio Corsi, capo della Breast Unit dell’Irccs Maugeri di Pavia, nonché docente alla Statale di Milano, ha spiegato come il Poliambulatorio offrirà alle donne un approccio integrato per la cura del carcinoma al seno. Nel sottolineare la positività dell’asse Milano-Pavia Corsi ha osservato: «L’équipe di chirurghi senologi e plastici e un reparto dedicato a Pavia può offrire qualsiasi intervento si renda necessario con la possibilità che le pazienti siano seguite qui a Milano nel post operatorio, sempre dalla stessa équipe. La grande disponibilità di sale operatorie e letti ci permette di dare alle pazienti tempi certi e rapidi dalla diagnosi all’intervento».

Da parte sua il direttore generale di Ics Maugeri Spa SB, Paolo Migliavacca, ha voluto sottolineare come «anche questo nuovo impegno sulla Medicina di genere si iscrive a pieno titolo nello statuto di Società Benefit che la Maugeri si è data dall’ottobre scorso, quando le attività medico-sanitarie dei 18 istituti e i 3.600 addetti in tutta Italia sono passati alla newco. Lo statuto di un soggetto sì privato ma che persegue una finalità pubblica e che si impegna a contemperare tale finalità con ogni altro scopo aziendale».

Prima del taglio del nastro ufficiale hanno preso la parola Elisabetta Vercesi di Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna) e Daniela Bossi, presidente del comitato milanese di Andos l’associazione delle donne operate al seno. Entrambe hanno espresso la loro soddisfazione per una struttura pensata per la donna. Vercesi ha ricordato il valore della maggior consapevolezza da parte delle donne sulla prevenzione, ma anche la necessità continua di sensibilizzare la classe medica verso una medicina specifica; mentre Bossi ha puntato l’attenzione sul contributo della presenza delle volontarie nelle strutture sanitarie «è dimostrato che migliora l’effetto della qualità della salute delle donne».

Erano presenti molti dirigenti dell’Ats 1 di Milano e alcuni primari dell’IRCCS Maugeri che opereranno nel Polimbulatorio milanese, come l’endocrinologo Luca Chiovato, professore all’Università di Pavia, e l’oncologo Antonio Bernardo.