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Servizio civile universale, in Trentino c’è già da 2 anni

La provincia è stata la prima ad attivare lo Scup (Servizio civile universale provinciale). Ecco un primo bilancio a pochi giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del nuovo servizio civile universale nazionale

di Miriam Rossi

Sul mondo giovanile del volontariato e dell’impegno civile è intervenuto il recente decreto legislativo che istituisce il Servizio Civile Universale (SCU) al posto del Servizio Civile Nazionale (SCN). Meno di due decenni dopo l’attivazione del secondo, concepito nel 2001 per riorganizzare il sistema dell’obiezione di coscienza alla leva obbligatoria appena abolita, le pressanti trasformazioni sociali, politiche ed economiche su scala nazionale e globale hanno necessariamente indotto il legislatore a rivedere la disciplina, facendo tesoro di quanto l’esperienza di quegli anni aveva suggerito in termini di risultati e di efficienza.

Lo sguardo non può che andare al Trentino, primo ente locale ad aver attivato già da due anni il Servizio Civile Universale Provinciale (SCUP). Finanziato dalla Provincia autonoma di Trento, lo SCUP affianca l’ordinario Servizio Civile Nazionale (ora riformato) e il Servizio Civile a cui si accede tramite una linea di Garanzia Giovani (progetto sostenuto con fondi europei): un triplo binario di accesso al servizio civile oggi attivo che non verrà affatto intaccato dalla recente riforma. Le linee guida dello SCUP si differenziano in più punti da quelle nazionali: sia le domande di partecipazione sia le proposte progettuali degli enti possano essere presentate tutto l’anno; i progetti possono durate da 3 a 12 mesi a seconda dell’attività prevista; infine è assicurata la partecipazione di ogni giovane a più progetti, fino ad un massimo di 12 mesi complessivi. Si è dunque delineata una generale semplificazione e flessibilizzazione del sistema che nel corso del 2016 ha consentito di registrare nei sei turni di proposizione per il Servizio Civile Universale Provinciale 224 progetti, approvati dal team di valutatori al 91,2%, e l’attivazione di 385 ragazzi sui 608 giovani iscritti alle liste per lo svolgimento dello SCUP, pari all’80,2% del totale dei giovani avviati in servizio civile nell’anno.

L’ulteriore incremento dei partecipanti allo SCUP è una priorità dell’Ufficio servizio civile della Provincia autonoma di Trento che, come conferma il direttore Giampiero Girardi, guarda ora a un coinvolgimento del mondo del profit, inteso come un ulteriore spazio di sperimentazione. Un’apertura che però fatica a concretizzarsi, date le perplessità sia dal lato della realtà aziendale, chiamata a riconoscere e a rispettare le condizioni formative e di “social responsibility” del progetto, sia dal lato della comunità, che fatica ad adattare la propria percezione ai nuovi obiettivi dello SCUP. Come spiega chiaramente Girardi, “il servizio civile odierno sta accogliendo, accanto alla crescita civica e solidaristica, anche la dimensione della crescita personale, formativa e di avvicinamento al mondo del lavoro. Occorre fornire al giovane un percorso di formazione finalizzato all’acquisizione tanto di conoscenze tecnico-professionali, quanto di competenze trasversali e di cittadinanza attiva, utili e spendibili in ogni ambito di vita”. Lo SCUP è dunque da intendersi come uno strumento di transizione per i giovani verso l’attivismo e la propria autodeterminazione, “prendendo coscienza che in pochi anni è cambiato il mondo”.


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