Solidarietà & Volontariato

Vivere sorridendo, la lezione di Wondy diventa un premio letterario

L'associazione "Wondy sono io", creata dal giornalista Alessandro Milan in memoria della moglie Francesca Del Rosso, lancia il Premio Wondy. A caccia di storie che «ci aiutano a tenere duro e a posare anche sulle difficoltà uno sguardo positivo»

di Sara De Carli

«Ti chiedo un ultimo sforzo: da lassù getta sul capo di ognuno di noi una goccia del tuo inesauribile ottimismo. Basterà e avanzerà per capire come si vive sorridendo»: era questa la cifra di Francesca Del Rosso. Giornalista, scrittrice e blogger, Francesca a inizio dicembre ha perso la sua battaglia contro il cancro. Ora il marito, il giornalista Alessandro Milan, insieme a Francesca Ravelli e alla collega Alessandra Tedesco, ha creato un'associazione culturale in sua memoria, "Wondy Sono Io", che «si adopera per sensibilizzare sulla capacità di trasformare le difficoltà della vita in opportunità».

La sua prima iniziativa è il “Premio Wondy”. È un premio di «letteratura resiliente», cioè di quelle storie che «ci aiutano a tenere duro e a posare anche sulle difficoltà uno sguardo positivo». Il bando è appena uscito ed è il primo germoglio – il primo pubblico, perché di sicuro sul fronte privato molti altri sono già sbocciati e sbocceranno – dell’eredità di Francesca. Tanti la ricorderanno come Wondy, dal libro autobiografico in cui aveva raccontato la sua battaglia contro il cancro, Wondy ovvero, come si diventa supereroi per guarire dal cancro e dal blog e tanti altri ancora ricorderanno le parole con cui il marito l’ha voluta salutare, lo scorso dicembre, annunciandone la sconfitta: «Franci. Moglie mia, hai perso la battaglia dunque. Ma hai lasciato tanto. A me due splendidi bambini, al mondo una forza incrollabile, una positività che emanava luce. Sfido chiunque ti abbia conosciuta a raccontarmi una volta in cui ti ha vista o sentita piegata dalla vita».

L’associazione che porta il suo nome vuole ora premiare un libro che esprima con particolare forza il concetto di resilienza nelle sue varie sfumature semantiche, proprio come Wondy aveva saputo fare. «Non credo nel destino.
Ma lo so affrontare. Il dolore, la paura, la guerra, la mafia, il terremoto, la malattia, la morte: esistono. Non serve a nulla guardare dall’altra parte, fingere di non vedere. Ma si può usare un altro punto di vista, che ha il potere di cambiare tutto. Io l’ho imparato, l’ho capito, l’ho vissuto. Si può sorridere, ad esempio. E anche ridere», ha scritto Francesca: «resistere agli urti della vita senza spezzarsi. Andare avanti a testa alta, sempre avanti. In ogni caso.
Questa parola è resilienza. È una parola che merita attenzione. Che va raccontata, spiegata, diffusa. Che voglio portare nel mondo, in tutti i modi che conosco e che mi verranno in mente».

Possono partecipare al Premio Wondy romanzi, opere di narrative non fiction e memoir, di autori italiani, pubblicate per la prima volta in volume fra il 1° settembre 2016 e il 31 agosto 2017. «Francesca ha lasciato una grande eredità intellettuale e umana, ha insegnato a donne e uomini come nella vita le difficoltà di varia natura possono e devono essere affrontate, possibilmente il sorriso», scrive il sito dell’Associazione presentando il premio. Altre Wondy seguiranno la sua lezione, «perché io ho bisogno di una mano, da tutti voi. Possiamo fare tanto di buono insieme. Solo se insieme. Perché io non sono Francesca del Rosso, non sono Wondy. Ma Wondy sono io».

Foto da www.francescadelrosso.it


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