Welfare & Lavoro

Il fuoco ha distrutto Grande-Synthe. Che futuro per i rifugiati?

Un incendio scoppiato nella notte tra lunedì e martedì ha consumato l'80% delle strutture del campo che ospitava 1500 migranti a La Linière nei pressi di Dunkerque. Da circa un mese era stata rinnovata la convenzione per la sua gestione. Ora le persone che vi erano accolte dovrebbero essere trasferite nei Cao, ma nei centri sembra non ci siano così tanti posti liberi

di Antonietta Nembri

Tredici mesi dopo la sua apertura il campo de La Linière, Grande-Synthe non esiste più. Distrutto all’80% da un incendio divampato nella notte tra il 10 e l’11 aprile. Ora i migranti che vi erano ospitati (circa 1500 – ndr.) sono stati distribuiti in strutture di emergenza e accoglienza della zona. Ma non tutti i 1.500 che erano ospitati all'interno del campo. Risultano essere un migliaio quelli accolti nelle palestre di tre scuole dell’area di Dunkerque. All’appello, come sottolineano i giornali d’Oltralpe, mancano circa 500 persone.

L’incendio che ha distrutto il campo profughi di Grande-Synthe inoltre risulta essere doloso e scaturito da una serie di risse tra kurdi iracheni, storicamente maggioritari nel campo, e afghani che vi sono giunto alla chiusura della jungle di Calais lo scorso anno – come rileva un articolo di Le Monde.

Nella serata di ieri, il ministro dell’Interno Matthias Fekl che si è recato sul posto, ha dichiarato che non ci sarà alcuna ricostruzione, mentre riportano sempre i quotidiani francesi il sindaco della città,Damien Carême, non aveva escluso la ricostruzione del campo.

Da non dimenticare inoltre che meno di un mese fa era stata rinnovata per sei mesi la convenzione tra l’amministrazione comunale e lo stato francese per la gestione del campo con la contemporanea decisione di ridurre la capienza del campo che, creato poco più di un anno fa per ospitare circa 700 persone si era trovato ad accoglierne più del doppio.

Ad aiutare i migranti ci sono i membri di alcune associazione come la britannica Dunkirk Legal Support Team che si occupa in particolare dei diritti dei minori, attivi anche i volontari di Doctors of the World e di Médecins sans frontières (ong che aveva realizzato il campo di Grande-Synthe nel 2016).

Interpellata da Le Monde la coordinatrice di Msf sul posto, Corinne Torre, sottolinea come le tensioni che si registravano nel campo siano frutto di una mancata gestione «per accompagnare questi rifugiati serve del personale. Lo si è visto anche Parigi» spiega riferendosi alle tensioni che sorgono tra diversi gruppi nazionali e aggiunge: «Ho sentito dire che si vogliono trasferire i profughi nei Cao (cCentri di accoglienza e orientamento), ma è un’utopia. Non ci sono 1500 posti liberi».

Oltretutto tra un paio di settimane in Francia si vota per il primo turno delle elezioni presidenziali e il dibattito sulle diverse modalità di accoglienza sta trovando spazio sui media francesi.

Inapertura foto di Philippe Huguen/Afp/Getty Images


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