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Economia & Impresa sociale 

Ri-scossa, la prima cooperativa di comunità del Lazio

Oltre a cinque ragazzi under30 tra i soci anche i comuni di Cittareale e Micigliano insieme a Confcooperative. «Era un progetto nato prima del sisma, per far fronte allo spopolamento e alla mancanza di lavoro. Con il terremoto sono cresciute le esigenze e la voglia di far rinascere il nostro territorio», racconta il presidente Antonio Masci

di Lorenzo Maria Alvaro

Cinque ragazzi undre30. È da qui che riparte il territorio montuoso del Lazio colpito dal terremoto. Come? Con Ri-scossa, la prima cooperativa di comunità della Regione. Promossa da Confcooperative Lazio Nord assieme ai Comuni di Micigliano e Cittareale.

«Noi abbiamo promosso e guidato in tutto il percorso. Sin da dopo il sisma siamo stati in quelle zone sia come Confcooperative Lazio che come Confcooperative Nazionale per capire che azioni avremmo potuto mettere in campo», racconta Andrea Fora, presidente di Confcooperative Umbria.

Lì l’incontro con i giovani del territorio. «Niente promesse, nessun proclama, solo 5 giovani guidati dall’esperienza dei tecnici della Confcooperative che hanno deciso di ripartire da se stessi e dalle risorse messe a disposizione dalla loro terra», ha sottolineato Bruna Rossetti, presidente di Confcooperative Lazio Nord alla presentazione del progetto.

A dare il loro contributo, anche il vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, il Sindaco di Cittareale, Francesco Nelli, sindaco di Micigliano Emiliano Salvati e soprattutto il Presidente di Confcooperative nazionale, Maurizio Gardini che con la cooperativa Conserve Italia, la più grande coop per la trasformazione di conserve in Italia, che presiede ha contribuito con un investimento di 10mila euro.

I comuni coinvolti – Cittareale, Micigliano e Antrodoco – sono al centro della zona colpita dal sisma abbarbicati sulle montagne tra Umbria, Lazio e Abruzzo


L’idea è semplice: partendo dalle macerie del terremoto puntare al rilancio del territorio e della sua identità per permettere alla persone di restare. Per evitare di andare altrove.

Il presidente della coop Ri-scossa è Antonio Masci, romano di 23 trasferitosi da due anni a Cittareale per fare l'agricoltore.

«Sono venuto qui perché avevo dei terreni. Allevo bovini e faccio il coltivatore diretto. Il terremoto mi ha danneggiato la stalla, che è inagibile. La casa invece fortunatamente si è salvata». Masci ha deciso di fondare la cooperativa insieme a Chiara e Gabriella Salvati, Edoardo Di Palma e Federico Marconi. «Tutto nasce perché siamo in una zona che già prima del terremoto aveva bisogno di una scossa, di rinascere in qualche modo.

C’era già un forte sopolamento dovuto alla mancanza di lavoro. L’idea di provare a cambiare le cose era nata infatti prima del terremoto. I due comuni si erano adoperati per collaborare con Confcooperative su questo fronte. Con il sisma abbiamo adeguato il progetto alla nuova condizione. Il terremoto ha amplificato il bisogno e la voglia di impegnarsi».

Ma concretamente quali azioni metterà in campo la cooperativa? «Inizialmente svolgeremo lavori pubblici sul territorio, con l’affiancamento dei Comuni», spiega Masci, «Lavori di routine come la manutenzione del verde, dei cimiteri, delle luci dei lampioni».

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Poi si entrarà nel vivo del recupero comunitario. «La nostra intenzione è di esportare i nostri prodotti. Dopo il terremoto qui non viene più nessuno. Noi vogliamo creare turismo, ma per farlo dobbiamo farci conoscere. Daremo vita ad un marchio della zona che diventi amabsciatore e ci faccia pubblicità. In questa ottica il 7 maggio alle terme di Diocleziano a Roma ci sarà una manifestazione dei borghi italiani e noi saremo presenti nello spazio denonimanto Borghi del Cuore dedicato ai centri colpiti dal sisma. Attraverso questa inziativa dimostreremo che la risposta allo shock si può dare con la cooperazione e con la comunità. Solo con la cooperazione di tutti, di comunità, se ne esce».


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