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Cooperazione & Relazioni internazionali

L’amministrazione Trump umilia l’Unione Africana

Nemmeno l’Africa poteva sfuggire alle “gaffe” dell’amministrazione Trump. E quella combinata dal Segretario di Stato, Rex Tillerson, è davvero grossa. A farne le spese secondo la rivista Foreign Policy è stato il nuovo Presidente della Commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki, il cui appuntamento con Tillerson a Washington è stato cancellato all’ultimo minuto. Una cosa mai vista sostengono gli esperti di diplomazia statutinense.

di Joshua Massarenti

Qualcuno la definirà una gaffe. Altri l’ennesimo atto di arroganza di un’amministrazione, quella del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha il dono di seminare – volontariamente o meno – scetticismo, se non il panico nella Comunità internazionale. Chiamatela come volete, di sicuro il nuovo presidente della Commissione dell’Unione Africana (UA), Moussa Faki, l’alterego di Juncker nell’UA per intenderci, non si scorderà mai il suo primo viaggio ufficiale che lo ha condotto negli Stati Uniti per una serie di incontri multilaterali programmati a New York presso le Nazioni Unite e poi a Washington, con alti funzionari del Dipartimento di Stato statunitense in ambito bilaterale.

Se al Palazzo di Vetro la sua agenda è filata via in maniera piuttosto liscia, in ben altro modo è andata a finire la sua visita nella capitale degli Stati Uniti. Anzi, la visita non è mai avvenuta, complice un Dipartimento di Stato quanto meno distratto. A rivelarlo è stata l’autorevole rivista diplomatica statunitense, Foreign Policy, secondo la quale il Segretario di Stato, Rex Tillerson aveva invitato Moussa Faki a Washington nella settimana del 17 aprile, al termine dei suoi incontri a New York presso le Nazioni Unite. Varie fonti che hanno seguito la vicenda da vicino, sostengono che Faki aveva previsto di recarsi a Washington i 19 e 20 aprile, in attesa di ricevere i dettagli della sua visita ufficiale”. E fin qui nulla di anormale. “Ma poi l’ufficio di Tillerson ha fatto calare il silenzio per svariati giorni”. Peggio. “Il team di Tillerson si è rifatto vivo quando Faki stava per lasciare New York, proponendo un incontro con funzionari di rango inferiore del Dipartimento di Stato, ma Faki ha preferito annullare l’intera visita a Washington”.

Il team di Tillerson si è rifatto vivo quando Moussa Faki stava per lasciare New York, proponendo un incontro con funzionari di rango inferiore del Dipartimento di Stato, una proposta che ha reso i funzionari dell’Unione Africana furiosi.

Le medesime fonti hanno rivelato a Foreign Policy che nel tentativo di limitare i danni, il Dipartimento di Stato avrebbe proposto a Faki incontri con Tom Shannon, sotto Segretario di Stato per gli Affari politici oppure K. T. McFarland, vice consigliere per la Sicurezza nazionale e in procinto di diventare ambasciatrice americana a Singapore. “Una proposta che ha reso i funzionari dell’Unione Africano ancora più furiosi”.

Effettivamente “i funzionari dell’UA erano furiosi”, ha dichiarato Reuben Brigety, ex ambasciatore degli Stati Uniti presso l’Unione Africana, informato dall’esito rocambolesco della visita di Faki. Il fatto che un Segretario di Stato inviti un alto dignitario straniero a Washington, per poi cancellare l’incontro informando l’ospite all’ultimo minuto, “è la cosa più stupida del mondo”, sostiene Brigety. Non solo. “E’ ridicolo, special modo in un periodo storico come questo, dove gli africani stanno diventando sempre più consapevoli delle scelte che possono fare tra i vari partner del mondo” che si affacciano all’Africa. Vedi la Cina.

Ma evidentemente a Tillerson qualcosa sarà sfuggito, creando non poco imbarazzo tra i diplomatici. “Le persone con cui ho avuto a che fare al Dipartimento di Stato erano molto attente (a questa visita, ndr) e hanno fatto del loro meglio”, ha detto Arikana Chihombori, ambasciatrice dell’UA presso gli Stati Uniti. “Vogliamo superare situazioni come quella che è venuta a crearsi in questa occasione”.

Secondo un funzionario del Dipartimento di Stato, sarebbe stato il team dell’UA a voler un incontro con Tillerson, cosa che il Dipartimento non avrebbe mai garantito. “C’è stato un problema di comunicazione riguardo la disponibilità del Segretaro di Stato e siamo davvero spiacenti per quello che è accaduto”, ha dichiarato questo funzionario.

C’è stato un problema di comunicazione riguardo la disponibilità del Segretaro di Stato e siamo davvero spiacenti per quello che è accaduto.

Funzionario del Dipartimento di Stato statunitense

Secondo Foreign Policy, “l’incidente dimostra quanto il fatto che il Dipartimento di Stato sia sotto-staff possa creare problemi per compiti basilari come la preparazione di visite, errori che poi generano onde d’urto politico in paesi che non vengono rispettati. E gli esperti sostengono che tali mosse da parte dell’amministrazione rischiano di mandare all’aria anni di sforzi che hanno consentito di rafforzare i legami tra gli Stati Uniti e l’Unione Africana, mentre paesi come la Cina accrescono il loro peso politico sul continente africano (si pensi alla nuova sede fiammante dell’UA costruita dai cinesi)”.

L'incidente dimostra quanto il fatto che il Dipartimento di Stato sia sotto-staff possa creare problemi per compiti basilari come la preparazione di visite, errori che poi generano onde d’urto politico in paesi che non vengono rispettati.

Reuben Brigety, ex ambasciatore degli Stati Uniti presso l’Unione Africana

Lo sgarbo fatto al Presidente della Commissione dell’UA è tanto più inappropriato che “Faki presiede l’unica organizzazione continentale in grado di parlare a nome dell’Africa intera”, un leader “che ha sempre sostenuto gli sforzi degli Stati Uniti assumendo une linea più dura contro il terrorismo”.

Il fatto che al Dipartimento di Stato manchino un centinaio di figure chiave di livello intermedio, a partire dalla figura del sotto-Segretario di Stato con delega per l’Africa – quella nominata da Barack Obama è rimasta in funzione fino allo scorso 10 marzo – ha probabilmente giocato un ruolo importante in questo caso. Purtroppo non è la prima volta che accado. Nel marzo scorso, nessuno al Dipartimento di Stato si era mosso per ricevere il Presidente del Rwanda, Paul Kagame, un interlocutore africano privilegiato di Washington dalla seconda metà degli anni '90.

Per Reuben Brigety, “delle due l’una: o nessuno si sente a casa al Dipartimento di Stato e stanno commettendo da principianti, oppure hanno che non faranno delle relazioni tra gli Stati Uniti e l’Unione Africana una loro priorità”. Solo il futuro ce lo dirà.


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