Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Solidarietà & Volontariato

Corridoi umanitari, il Cnca accoglie due famiglie siriane con persone disabili

Due famiglie, otto persone: una famiglia ha due figli disabili, nell'altra è il padre ad avere una disabilità. Sono arrivate dalla Siria con i corridoi umanitari e saranno accolte dalle associazioni "Il Gabbiano" di Lecco e dalla Comunità Emmaus di Foggia

di Redazione

Sono arrivate questa mattina a Roma e andranno a Lecco e a Foggia. Sono due famiglie famiglie siriane arrivate con i "corridoi umanitari" promossi dalla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (FCEI) e dalla Comunità di Sant'Egidio e finanziato con i soldi dell'Otto per mille valdese: verranno ospitate in centri aderenti al CNCA e in particolare saranno seguiti dalle associazioni "Il Gabbiano" di Lecco e dalla Comunità Emmaus di Foggia. In entrambe le famiglie sono presenti persone con disabilità.

«Abbiamo risposto con entusiasmo alla proposta che ci è stata fatta dalla FCEI di partecipare alla splendida iniziativa dei 'corridoi umanitari' accogliendo in strutture aderenti alla nostra Federazione famiglie al cui interno ci sono persone con disabilità», dichiara don Armando Zappolini, presidente del CNCA. In tutto sono otto persone: una famiglia ha due figli con disabilità e l'altra ha il padre disabile. «Ci è parsa subito una risposta concreta a chi afferma, mentendo, che non è possibile ospitare migranti senza creare problemi per le comunità locali. Il problema non è dato dai rifugiati e dal loro numero, ma dal pervicace rifiuto da parte della politica di mettere in piedi un sistema strutturale ed efficace di accoglienza dinanzi a una questione che non ha niente di emergenziale, ma è piuttosto uno dei tratti più importanti della nostra epoca», ha commentato don Zappolini.

Per questo, conclude il presidente del CNCA «si resta ancora più sorpresi e indignati quando si metteno sul banco degli imputati proprio coloro che hanno coperto i buchi delle istituzioni, prime tra tutte le ong che evitano le morti in mare di tanti esseri umani. Spiace vedere che persino un procuratore della Repubblica lancia accuse infamanti senza avere alcuna prova. Salvare vite umane è un dovere. Ci pare che questa vicenda non sia altro che l'ennesimo capitolo di un dibattito politico sempre più imperniato sulle macchine del fango, con cui si sollecita il risentimento delle persone per carpirne il consenso».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA