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Cooperazione & Relazioni internazionali

Una politica che non sa di che parla prova a processare le Ong

Medici senza Frontiere alla Commissione Difesa del Senato ha affrontato un fuoco di fila di domande a tratti surreali. «Siamo offesi da questo attacco strumentale basato su una lettura parziale dei dati», ha sottolineato il presidente Loris De Filippi

di Lorenzo Maria Alvaro

“Seguito indagine conoscitiva sul contributo dei militari italiani al controllo dei flussi migratori nel Mediterraneo e l'impatto della attività delle organizzazioni non governative: audizione di esponenti di Medici senza Frontiere”. Questo l’ordine del giorno della Commissione Difesa del Senato (per vedere il video clicca qui).

A rispondere alle domande dei sentori, ma visto il tenore della seduta, verrebbe da dire “alla sbarra”, Loris De Filippi, presidente del Consiglio Direttivo di Medici Senza Frontiere Onlus.

Che non sarebbe stata una passeggiata di salute per i vertici della ong lo si era messo in conto. Quello che invece ha sorpreso è stata la natura e l’estemporaneità delle domande.

A rendere il tutto ancora più grottesco le dichiarazioni del procuratore di Siracusa, Francesco Paolo Giordano che nell'audizione precedente, proprio davanti alla stessa Commissione ha spiegato che «a noi come ufficio non risulta nulla per quanto riguarda presunti collegamenti obliqui o inquinanti tra ong o parti di esse con i trafficanti di migranti. Nessun elemento investigativo».

Per riassumere bene il tenore del dialogo si può citare l’intervento di Maurizio Gasparri (Pdl) che ha sottolineato come: «Stefano Argenziano responsabile di Msf ha fatto una conferenza stampa alla Camera organizzata da Sinistra Italiana, un gruppo Parlamentare. Non la considero una colpa, ma chiarisce la posizione di ciascucno. Fatta questa premessa, siete venuti a farci una lezione ma noi riteniamo che si stia facendo degli accessi che incentivano il lavoro dei trafficanti che non ha nulla di umanitario. Avete avuto telefonate direttamente dalla Libia? C’è una filiera per cui il trafficante libico avvisa?».

Un altro senatore ha voluto chiedere «come mai le navi di alcune Ong battono bandiera di paradisi fiscali. Non parlo di Medici Senza Frontiere ma di altre realtà. Ne sapete qualcosa?».

Per rimanere su informazioni che possono essere di un qualche interesse pubblico possiamo riassumere l’intervento di De Filippi in pochi e brevi punti

  • Non abbiamo mai staccato il transponder di nessuna nave. Siamo interventi 5 volte in prossimità delle acque territoriali libiche a 10 o 11 miglia dalla costa. È successo in via eccezionale di fronte a una richiesta di soccorso conclamata e con l’autorizzazione delle autorità competenti.
  • Per quanto riguarda lo sbarco dei profughi l’elemento della prossimità non è il solo vincolo del diritto marittimo. Le persone vanno portate nel porto certamente più vicino, ma soprattutto più sicuro. Stiamo parlando di gente ottiene una forma di protezione dall’Italia per una quota del 40%. Significa essere di fronte a potenziali rifugiati. La valutazione è in capo al comandante della nave e delle autorità che dispongono il porto di sbarco, perché sono loro a deciderlo. Va da sé che è da escludere lo sbarco in Libia per ovvi motivi e che Malta abbia delle naturali limitazioni fisiche. Ecco perché per lo più gli sbarchi avvengono in Italia.
  • Non abbiamo l’obbligo né il dovere di riportare informazioni personali di chi sbarca. Quello è il lavoro della polizia. Il nostro compito è recuperare, salvare e trasportare queste persone. Ne faremmo volentieri a meno. Se lo facciamo è perché c’è un gap, un bisogno che non trova risposta.
  • Le nostre navi sono tutte a noleggio. I costi sono di 9mila euro circa al giorno. Cifra che comprende tutto: dalla gestione del personale, la formazione, i costi di noleggio, il mantenimento, il carburante, cibo medicinali, attività a terra e i beni che distribuiamo.
  • Per quello che riguarda le persone che lavorano sulle barche. Non sono volontari. Percepiscono tutti un salario che si aggira intorno ai 1200 euro.
  • I nostri bilanci sono pubblici da sempre, e certificati. Sono reperibili sul nostro sito.

Loris De Filippi si è poi lasciato andare ad uno sfogo: «Siamo offesi da questo attacco strumentale basato su una lettura parziale dei dati. Mi chiedete se abbiamo evidenze o sentori che qualcuno faccia qualcosa di poco pulito? Io non ho evidenze e sentori. E a quanto pare, da un mese si parla, senza evidenze o sentori».

Per la verità, più che una lettura parziale dei dati, a sentire certe domande (ad esempio quelle sottese a insinuare che le Ong porterebbero i migranti in porti che gli garantirebbero un ritorno di qualche genere) la certezza è che una parte del Parlamento italiano non abbia la più pallida idea di cosa succeda nel Mar Mediterraneo e di come funzioni la macchina che si occupa di salvare i migranti.

Possiamo dare per assodato, seppur accolto come una notizia, è che la regia degli interventi marittimi di salvataggio sia in capo alla Guardia Costiera italiana. È già un passo avanti.


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