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Perché in Calabria nessuno dona gli organi?

In regione i donatori sono meno della metà della media italiana, e nei primi mesi di quest'anno il 60% delle famiglie a cui è stato chiesto questo gesto di solidarietà ha risposto picche. Ora il Csv di Cosenza lancia una campagna di sensibilizzazione, sperando di ottenere gli stessi buoni risultati dell'anno scorso nel settore della donazione di sangue

di Gabriella Meroni

Il 60% delle famiglie calabresi a cui è stato chiesto di donare gli organi di un loro congiunto ha risposto di no. Sono dati freschi, freschissimi, riferiti ai primi mesi di quest’anno, spia di una situazione difficile che vede la regione agli ultimi posti in Italia quanto a disponibilità di donatori. «Purtroppo le cose non vanno come dovrebbero andare», dichiara Pellegrino Mancini, coordinatore del Centro Trapianti della regione, commentando le cifre impietose sul fenomeno. «In questi primi mesi del 2017», ha detto Mancini, «sono stati utilizzati 4 donatori; 6 famiglie si sono, invece, opposte alla donazione degli organi. Nel 2016 erano stati 21 i donatori utilizzati e 23 le opposizioni. E se tra il 2015 e il 2016 le donazioni di organi sono aumentate da 17 a 21, le opposizioni hanno visto un incremento ancora maggiore, passando da 13 a 23». Nel panorama nazionale, la Calabria è fanalino di coda per quanto riguarda il numero di donatori: rispetto a una media italiana di 24,3 donatori per milione di abitanti, la regione si colloca sotto il 10, mentre la Toscana è al primo posto con 53,3.

Ma stare a guardare non è sufficiente. Per cercare di cambiare le cose, il CSV di Cosenza ha lanciato già a fine aprile, insieme a 16 associazioni di volontariato, la campagna di sensibilizzazione “Usa il cervello, fallo col cuore”, dedicata alla donazione di organi, sangue e latte materno. I promotori nutrono buone speranze anche in considerazione degli ottimi risultati ottenuti qualche tempo fa: un’analoga sensibilizzazione a favore della donazione del sangue in regione, infatti, ha permesso al Centro trasfusionale di Cosenza di registrare nel 2016 un aumento di 1.600 sacche rispetto al 2015. «Ancora oggi la Calabria dipende dalle altre regioni, bisogna fare molto di più», conclude Mancini citando gli ultimi dati: a oggi risultano di 130 pazienti in lista d’attesa per un trapianto, mentre le dichiarazioni di volontà (ossia la scelta di donare, in caso di morte, i propri organi) dal 2000 ad oggi sono state 12.220 su 2 milioni di cittadini calabresi. Troppo pochi.


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