Attivismo civico & Terzo settore

Occupazione giovanile: premiati 10 progetti che ci provano

Distribuiti in tutta Italia sono stati scelti da Unicredit Foundation con il bando Unicredit Carta E 2016. A ciascuna organizzazione va un contributo di 42.500 euro per realizzare un'iniziativa capace di combattere la disoccupazione dei giovani, previsto anche un periodo di incubazione. Tra le organizzazioni proponenti cooperative sociali e associazioni come Anffas e Ciai, e fondazioni come Arché

di Antonietta Nembri

Da Milano a Palermo, da Roma a Bologna, Napoli e poi il padovano e il Piemonte arrivano da tutta Italia i progetti vincitori dell’ultima edizione del Bando UniCredit Carta E. Tra i vincitori troviamo, per esempio, Percorsi di Stoffa di Arché onlus che prevede l’accompagnamento lavorativo e la realizzazione di piccole imprese per mamme in difficoltà, come il progetto Ragazzi Harraga del Ciai che a Palermo vuol favorire l’inserimento lavorativo e l’inclusione sociale dei minori stranieri non accompagnati, ma c’è anche #ilnetworkdeimestieri per la manutenzione leggera delle case popolari, progetto pensato da da Anffas onlus di Torino. Dieci i progetti che spaziano in diversi campi dall’agricoltura alla musica per le scuole, dall’agroalimentare all’organizzazione di eventi e fino all’autolavaggio a basso impatto ambientale.

A ciascuna delle dieci organizzazioni premiate va un contributo di 42.500 euro per realizzare un progetto capace di combattere la disoccupazione giovanile in Italia. Non solo fondi nel premio: ogni progetto sarà sottoposto un periodo di incubazione. “Una fase di accompagnamento allo sviluppo imprenditoriale, con l’obiettivo di entrare nel mercato con un corpo solido, capace di produrre utili economici e valore sociale”, specifica una nota di Unicredit Foundation che sottolinea come fondamentale sia stata la collaborazione con Make a Cube3. Insieme a UniCredit Foundation, infatti, ha selezionato i primi 20 progetti, che sono stati scelti sulla base del potenziale impatto sull’occupazione giovanile, nella fascia di età 15-29 anni. Questi hanno partecipato a una fase di pre-incubazione.
I dieci progetti vincitori passano ora allo step successivo che consiste nell’incubazione vera e propria: sei mesi per la prima fase di consulenza durante i quali ogni team parteciperà a cinque wokshop virtuali o in presenta a Milano e un workshop conclusivo con tutte le organizzazioni sempre a Milano. Seguiranno altri diciotto mesi di follow up, con verifiche costanti ogni sei mesi per valutare l’andamento dei progetti.

«Pensiamo che l’incubazione sia un momento fondamentale per la crescita delle imprese sociali, tanto quanto il finanziamento che ricevono», ha detto Maurizio Carrara, presidente di UniCredit Foundation. L«e organizzazioni hanno bisogno di ricevere consigli specialistici esterni, indicazioni operative, rivedere alcune scelte, se necessario, prima di affrontare il mercato. L’obiettivo è la sostenibilità dei progetti nel tempo, che garantisce la stabilità dei posti di lavoro creati».

Questi nel dettaglio i dieci progetti progetti premiati.

Strutturare il sistema produttivo cooperativo che opera in Agricoltura Sociale realizzando un Contratto di Rete Nazionale tra operatori. È quanto si propone AgriCo.Re. presentato dal Consorzio Co.Re a Napoli. Questo consentirà di rafforzare la loro presenza sul mercato, di scalare le esperienze produttive e commerciali, di rafforzare la notorietà e la reputazione dei prodotti di agricoltura sociale. Il Contratto di Rete si propone di attivare una serie di servizi ed azioni non sostenibili individualmente, che attraverso l'aggregazione possono essere condivise, e di supportare lo sviluppo produttivo e commerciale degli aderenti

Nasce dall’esperienza decennale de La Fabbrica dei Suoni nell'organizzazione e gestione di laboratori musicali nelle scuole dell’infanzia e primaria e si concentra sull’apertura di nuove unità locali, sviluppando un più ampio ambito geografico d'intervento, al fine di creare una sorta di "ambasciatore" musicale che consenta di divulgare le competenze esperienziali anche in territori non ancora esplorati, il progetto denominato disseminAzione presentato dalla cooperativa sociale La Fabbrica dei Suoni di Venasca (CN).

Arriva dall’Anffas di Torino il progetto #ilnetworkdeimestieri che prevede l’apertura, all’interno di una cooperativa sociale, di un nuovo settore di attività dedito alla manutenzione leggera delle case popolari. Obiettivi del progetto sono l’individuazione, formazione e inserimento lavorativo di giovani individuati tra le liste circoscrizionali di soggetti Neet e l’istituzione di un’agenzia di servizi a prezzi calmierati, rivolta prevalentemente ai cittadini assegnatari delle case popolari circoscrizionali.

Da Torino a San Sebastiano al Vesuvio (NA) con il progetto della cooperativa sociale Bambù “Nata Vita” che si propone di realizzare un’attività produttiva, nel settore pasticceria, che integri al lavoro i giovani e che sia di supporto alle attività di riabilitazione di soggetti affetti da disabilità psichica in carico al Centro Polifunzionale H-nto a Te della cooperativa Bambù.

Arché onlus a Milano ha proposto “Percorsi di Stoffa”, un progetto che nell’ambito della storica esperienza di accoglienza di mamma e bambini in difficoltà si propone di innescare processi crescenti di autonomia per le mamme attraverso la realizzazione di percorsi di accompagnamento lavorativo e di creazione di piccole imprese sociali. Le imprese sociali nascono dall’incontro con realtà del territorio milanese che da tempo si occupano di progetti di inserimento lavorativo per persone fragili. In particolare dall’incontro con l’associazione di promozione sociale Arte in Tasca è nata l’idea di una sartoria.

Offrire opportunità di inserimento lavorativo, ma allo stesso tempo un alloggio accessibile attraverso un’esperienza di housing sociale temporaneo è quanto si propone il progetto Ragazzi Harraga di Ciai a Palermo che punta a promuovere l’inclusione sociale dei Msna. Sarà creata una struttura ricettiva che, oltre ad ospitare i turisti, giovani partecipanti a programmi di mobilità nazionale e internazionale fungerà da alloggio per i minori stranieri non accompagnati in uscita dalle comunità di accoglienza, che parteciperanno in maniera diretta alla gestione dell’attività.

Il progetto Sapori di Langa si propone di creare una catena di ampliamento di tutto il compartimento produttivo e commerciale della cooperativa sociale Terra Mia Maggiore attraverso l’apertura di un laboratorio artigianale agro-alimentare a Dogliani (Cn) per la produzione di prodotti da forno e lavorati agroalimentari biologici e attraverso l’ampliamento del laboratorio di pasta e lavorazione della nocciola e miele, già esistente in San Benedetto Belbo.

A Bologna la cooperativa sociale Pictor con il progetto Semìno creerà uno spinoff a cui dedicherà, in fase iniziale, mezzo ettaro per la coltivazione di specie ancora poco o per nulla presenti nel nostro mercato, ma caratterizzate da un mercato emergente in crescita: migranti che si stabiliscono in città e cultori del mangiar sano. Il progetto, oltre alla coltivazione e alla commercializzazione, dove saranno impiegati lavoratori migranti, prevede un’attività di diffusione della conoscenza di queste piante e della cultura dell’alimentazione sana.

Si chiama SocialWash il progetto della cooperativa sociale Rinascere di Fontanaviva (PD) e mira ad abbassare la soglia di accesso al mercato del lavoro, offrendo opportunità formative per lo sviluppo di competenze trasversali, e a creare nuovi posti di lavoro tramite l’avvio di un servizio innovativo di autolavaggio a domicilio a basso impatto ambientale.

Infine, il progetto UnchainedSolidarity vuole creare un nuovo servizio di organizzazione e gestione di eventi, all'interno e all'esterno degli spazi dell'associazione ARPJTetto onlus di Roma, rivolto ai cittadini e alle aziende, per creare una connessione virtuosa tra il mondo profit e no-profit. Attraverso percorsi formativi e di orientamento al lavoro si vuole strutturare un servizio professionale e contemporaneamente solidale che offra una nuova prospettiva di occupabilità.

In apertura foto di Mike Kenneally/Unsplash


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