Cooperazione & Relazioni internazionali

Migrazioni: sono almeno 300mila i bambini soli in fuga

Secondo Unicef il numero dei minori non accompagnati ha raggiunto una cifra record, cinque volte più alta rispetto al 2010. Sono i bambini soli a correre i pericoli più grossi sulle rotte migratorie, vittime dei trafficanti e di viaggi sempre più estremi. "L'Italia apra le porte ai piccoli migranti" ha commentato Sandra Zampa, vicepresidente commissione Infanzia

di Redazione

Hanno raggiunto una cifra record i bambini rifugiati e migranti che si sono messi in viaggio da soli tra il 2015 e il 2016. Ad essere stati registrati sono infatti 300.000 bambini non accompagnati, un numero che è quasi quintuplicato dal 2010 quando la cifra, già alta, non superava però i 66.000 minori. A rivelare i dati il rapporto di Unicef, “Un bambino è un bambino – Proteggiamo i bambini in fuga da violenze, abusi e sfruttamento”, che ha presentato un quadro generale della situazione dei bambini rifugiati e migranti, le motivazioni dietro ai loro viaggi e i rischi che affrontano lunga lo strada. Tra il 2015 e il 2016, 170.000 bambini non accompagnati hanno fatto richiesta di asilo in Europa, mentre il 92% di tutti i bambini arrivati in Italia via mare nel 2016 e nei primi mesi del 2017 erano non accompagnati e separati. Un fenomeno però che non riguarda solo l’Europa, basti pensare che tra il 2015 e il 2016, 100.000 bambini non accompagnati sono stati arrestati al confine tra Stati Uniti e Messico.

Secondo il rapporto un numero in aumento di bambini sta percorrendo rotte sempre più pericolose, spesso in balia dei responsabili di traffico e di tratta, per raggiungere le loro destinazioni. A livello globale circa il 28% delle vittime di tratta sono bambini, mentre in Africa Sub Sahariana e in America Centrale e nei Caraibi sono stati riscontrati i tassi più alti di bambini fra le vittime di tratta accertate, rispettivamente il 64 % e il 62%.

“Anche un bambino che fugge da solo è troppo, e, già oggi, il numero di bambini che si mettono in viaggio da soli è sconcertante – noi adulti non li stiamo proteggendo”, ha dichiarato Justin Forsyth, vice Direttore Generale dell’UNICEF. “Responsabili di traffico e di tratta senza pietà stanno sfruttando le loro vulnerabilità per un guadagno personale, aiutando i bambini a superare i confini solo per venderli e costringerli alla schiavitù e alla prostituzione forzata. È immorale il fatto che non stiamo difendendo adeguatamente i bambini da questi sfruttatori.”

Nel rapporto è stata inserita la storia di Mary, ragazza di 17 anni non accompagnata dalla Nigeria, che ha subito il trauma della tratta in prima persona durante il terribile viaggio attraverso la Libia per arrivare in Italia. Nel descrivere il suo trafficante, che le ha offerto aiuto, ha dichiarato: “Ha sempre detto che ci avrebbe trattato bene e che saremmo stati al sicuro. Non era vero. Era una bugia.” Mary è stata bloccata in Libia per più di tre mesi ed è stata abusata. “Mi ha detto che se non avessi dormito con lui non mi avrebbe portata in Europa. Mi ha violentata.”

Prima del Summit G7 in Italia, l’UNICEF chiede ai Governi di adottare un’agenda di sei punti di azione per proteggere i bambini rifugiati e migranti e assicurare il loro benessere. “Questi bambini hanno bisogno di impegni reali da parte dei Governi di tutto il mondo per assicurare la loro sicurezza durante i viaggi.” Ha dichiarato Forsyth. In occasione del lancio del rapporto Unicef Italia promuove la petizione “Per ogni bambino sperduto”, rivolta all’Unione Europea, per chiedere la protezione dei diritti e l’accesso ai servizi di base per i minorenni rifugiati e migranti.

“Tutta l’Europa spalanchi le sue porte ai tanti bambini soli che scappano da guerre e fame in cerca di un futuro”. Ha commentato Sandra Zampa, vicepresidente commissione Infanzia, leggendo i dati. “L’Unicef – prosegue Zampa – conferma con dati alla mano quanto è già prevedibile considerando gli sbarchi di emigrati quotidiani e continui sulle nostre coste. Un dato che ci richiama a grandissime responsabilità sull’ accoglienza di bambini provati nel fisico e nella mente. Una responsabilità che solo in parte abbiamo assolto con la legge sui minori migranti non accompagnati che prevede strumenti idonei per dare loro un futuro e che può fare da apripista in Europa. Questo però non è sufficiente, dobbiamo tutti fare di più e dobbiamo farlo insieme”.

Foto: Andreas Solaro


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