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5 per mille, l’incredibile ascesa degli enti “a zero euro”

Non si ferma la crescita delle organizzazioni che non ottengono neppure una preferenza: dal 2014 al 2015 sono aumentate di oltre 500 unità e rappresentano ormai quasi il 5% del totale. Ecco i nuovi dati che confermano la polarizzazione dei consensi, in atto da anni

di Gabriella Meroni

Continua la polarizzazione dei consensi per il 5 per mille, ovvero la tendenza a premiare le organizzazioni più note e conosciute, che così incassano sempre di più, e a lasciare il grosso degli enti iscritti con poche decine di firme, se non addirittura a zero. In estrema sintesi, dal 2014 al 2015 le onlus con oltre 5000 firme sono diminuite di 9 unità, quelle che ne ottengono meno di 500 sono aumentate del 2% (arrivando al 92%) e quelle che non hanno avuto neppure una scelta sono arrivate al 4,5% (con un aumento dello 0,8% sul totale)

Ma ecco i dettagli nelle elaborazioni del dati 2015, gli ultimi pubblicati, realizzate da NP Solutions. Partiamo dalle organizzazioni “ricche”. Nel 2014 quelle che hanno ricevuto oltre 5mila firme erano state appena 183 su quasi 38mila, con percentuali da prefisso telefonico sul totale. Nel 2015, le “over 5000” sono state ancora meno (174), nonostante gli enti totali siano aumentati di oltre 1200 unità, arrivando a 39.168 iscritti. Di questi – si badi bene – ben 36.404 si situano nella fascia da 1 a 500 firme, con una quota pari al 92% (era il 90% nel 2014).

Va molto peggio per gli enti “a zero euro” perché a zero firme, che incredibilmente nel 2015 sono in ulteriore crescita rispetto all’annualità precedente: nel 2014 erano1244 quelle che hanno completato la procedura di iscrizione ma non hanno ricevuto nemmeno il sostegno di chi ha materialmente presentato la pratica; l’anno successivo arrivano a 1777, pari al 4,5% del totale contro il 3,7% di dodici mesi prima. Quindi un aumento reale, e non determinato semplicemente dall’aumentare degli enti iscritti all’elenco.


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