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Cooperazione & Relazioni internazionali

Filippine: adesso chi fuma rischia 4 mesi di prigione

È l’ultimo durissimo ordine esecutivo emesso dal presidente Duterte, promotore del proibizionismo di sangue che ha già fatto oltre 8mila vittime tra tossicodipendenti e pusher nel Paese. Saranno vietate anche le sigarette elettroniche

di Ottavia Spaggiari

Nelle Filippine arriva un altro ordine esecutivo durissimo emesso dal presidente-sceriffo, Rodrigo Duterte: vietato fumare in pubblico sia nei locali che in strada. Pena per chi non rispetta la legge, quattro mesi di prigione e una multa fino a 5mila pesos (circa 100 Euro). Vietate anche pubblicità, promozioni e sponsorizzazioni, che possono essere multate fino a 400.000 pesos e tre anni di carcere, oltre a una revoca dei permessi di esercizio.

Il nuovo ordine esecutivo replicherebbe un’ordinanza imposta da Duterte nel 2012, nella città di Davao dove il presidente ha costruito la sua carriera politica ed è stato sindaco per oltre vent’anni. Rientrano nel regolamento anche le sigarette elettroniche.

Un altro passo verso il proibizionismo di sangue del presidente eletto un anno fa, che ha fatto della sua violentissima guerra alla droga il suo marchio distintivo. Dall’inizio del suo mandato si calcola che siano oltre 8mila le persone che hanno perso la vita, tra tossicodipendenti e trafficanti, secondo Amnesty un vero e proprio crimine contro l’umanità che ha colpito gli abitanti più poveri delle città e chi vive nelle condizioni di disagio sociale maggiore. Un sistema che oltre a ledere i diritti umani ha alimentato la corruzione della polizia, contribuendo alla costruzione di una vera e propria economia parallela. Testimoni e familiari delle vittime hanno riportato i furti di denaro e di oggetti di valore da parte della polizia nelle missioni anti-droga.

Nelle Filippine i fumatori sono circa 17 milioni, circa un terzo della popolazione adulta.

Foto: Bared Ibrahim


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