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Cooperazione & Relazioni internazionali

Migrazioni: una persona al secondo costretta a lasciare la propria casa

Il 2016 ha registrato un record per il numero degli sfollati interni che, nei soli 12 mesi dello scorso anno, sono stati 31,1 milioni. Lo rivela un nuovo rapporto del Norwegian Refugee Council. Tra le cause principali, disastri naturali e conflitti armati

di Ottavia Spaggiari

Sono 31,1 milioni i nuovi sfollati interni registrati in 125 Paesi nel 2016. A rendere nota questa cifra impressionante, che equivale ad una persona obbligata a lasciare la propria casa ogni secondo, è il Global Report on Internal Displacement, pubblicato dall’Internal Displacement Monitoring Centre del Norwegian Refugee Council. Secondo il rapporto, il numero di questi profughi in patria, costretti a lasciare la propria casa e stabilirsi in un’altra zona del Paese, avrebbe raggiunto un record lo scorso anno. Tra le cause principali: disastri naturali e conflitti.

Sono infatti 24,2 milioni i nuovi profughi interni, messi in fuga dai disastri naturali, le aree più colpite sono nel Sud Est Asiatico e mentre Cina, Filippine e India hanno il numero più alto di sfollati, rispettivamente con 7.434.000, 5.930.000 e 2.400.000 persone, le piccole isole sono le più colpite in termini di percentuale della popolazione. A rappresentare il rischio maggiore gli eventi climatici, in particolare le inondazioni, responsabili della maggioranza delle migrazioni per disastri naturali avvenute, tra l’altro, per la maggior parte in Paesi in via di sviluppo, dove le risorse e la capacità di fare fronte alle emergenze è estremamente ridotta. Tra gli sfollati per disastri naturali, il Report ha indicato anche gli Italiani che, in seguito agli eventi sismici dello scorso anno nel centro della Penisola, sono stati costretti ad abbandonare le proprie case, contando circa 31mila persone.

Sono invece 6,9 milioni gli sfollati per cause relative a guerre e conflitti armati. La maggior parte di questi registrati nell’Africa sub-sahariana, con la Repubblica Democratica del Congo (DRC) che, con 922mila profughi, principalmente dovuti ai violentissimi scontri nelle province di North Kivu, South Kivu e Kasa, ha drammaticamente superato la Siria dove, solo nel 2016 sono state 824mila le persone che si sono ristabilite in altre zone del Paese. La classifica dei Paesi con il maggior numero di sfollati interni prosegue poi con Iraq e Afghanistan, rispettivamente con 659mila e 653mila persone, seguiti da Nigeria (501mila persone) e Yemen (470mila).

Secondo il rapporto, alla fine del 2016, erano 40,3 i milioni di sfollati interni per cause relative a conflitti e violenze, una cifra che è quasi raddoppiata dal 2000 ed è aumentata notevolmente negli ultimi cinque anni.

Numeri che consentono una rilettura dei dati relativi alla percentuale di migranti che partono per altri Paesi e arrivano in Europa: sono solo una minima parte dei profughi globali.

Foto: Getty Images


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