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Nawal Soufi prima tra 65mila candidati: a lei il premio Arab hope makers

L'attivista italo-marocchina che da anni riceve chiamate di soccorso da persone in pericolo nel Mar Mediterraneo premiata a Dubai dallo sceicco e primo ministro degli Emirati Arabi, Mohammad Al Maktoum, con l'equivalente di quasi 250mila euro: "perché con la sua azione ha fatto la differenza per 200mila persone"

di Redazione

E' Nawal Soufi la Arab hope maker 2017. E' la 29enne nata in Marocco ma arrivata a un mese di vita in Sicilia, a Catania, la persona originaria del mondo arabo che più di ogni altra nell'ultimo anno ha inciso a livello positivo per gli altri, in particolare per migliorare le condizioni di vita di chi deve scappare da guerre, terrorismi e perecuzioni. La giovane attivista per i diritti umani ha sbaragliato una palatea di ben 65mila candidati al premio, promosso dal Governo degli Emirati Arabi Uniti, in particolare dal primo Ministro, lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum.

E' stato proprio lo sceicco, noto per essere una delle persone più filantropiche del mondo, ovviamente anche grazie alla sua immensa fortuna (il suo capitale è stimato attorno ai 16 miliardi di dollari), a consegnare il premio di un milione di Dirham – l'equivalente di circa 243mila euro – a Nawal Soufi in una cerimonia pubblica in cui, una volta eletta la vincitrice, ha premiato anche gli altri quattro finalisti da Yemen, Iraq, Egitto e Siria con la stessa somma. L'evento è stato trasmesso in diretta alla televisione nazionale degli Emirati e il video su facebook (qui sotto, in arabo) è stato visualizzato finora da quasi 1.5 milioni di persone.

"Ricevero questo premio è la prova più concreta del fatto che questi anni vissuti a rispondere a chiamate di soccorso al telefono sono quello che devo continuare a fare, fino a quando il problema sarà risolto e nessuno finisca vittima dei trafficanti e rischiare la vita in mare solo perché scappa da un luogo in cui è in pericolo", spiega Soufi a Vita.it. La vincitrice di Arab hope makers 2017 riceve ogni giorno, da quasi quattro anni, chiamate da persone rimaste in mezzo al mare con la barca fuori uso, in particolare siriani in fuga dalla guerra. La sua storia è stata raccolta dal giornalista Daniele Biella nel libro Nawal, l'angelo dei Profughi, edito da Paoline nel 2015.

"Ovviamente sono contenta di ricevere questo premio. La mia vita non cambierà di una virgola, quello che cambierà è che ora di fronte alle situazioni emergenziali di persone che chiamano avendo bisogno di aiuto concreto posso contribuire fin da subito, mentre fino a ieri è sempre dipeso da quanto come rete di persone solidali riuscivamo ad attivarci in tempo breve", sottolinea Soufi. Il cui impegno è stato riconosciuto nel 2016 anche dalla stessa Unione Europea, che pur non riuscendo a risolvere il dramma delle morti in mare e della mancanza di vie legali di accoglienza, l'ha insignita del premio CIttadino europeo dell'anno 2016 (riconoscimento, in questo caso, simbolico e non foriero di sostegno economico).

"Il premio Arab hope makers è dedicato a chi dedica la propria vita a servire le persone e le comunità. Il suo volontariato ha contribuito a fare la differenza per almeno 200mila esseri umani in pericolo in mare alla ricerca di una vita migliore in Europa", è la motivazione con cui lo sceicco Mohammad ha conferito il premio alla giovane italo-marocchina.


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