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Azzardo: non limitiamo i poteri di comuni e regioni, aboliamo la pubblicità e altro ancora

Cosa occorre davvero per fermare l’azzardo di massa in Italia. Appello aggiornato delle Associazioni e movimenti sul testo del governo in merito al “riordino” del gioco d’azzardo

di Redazione

La diffusione incentivata dell’azzardo in Italia ha fatto crescere un fenomeno sfuggito di mano a chi doveva gestirlo (96 miliardi di euro di raccolta all’anno, dati ufficiali 2016), come ha riconosciuto il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta.

Questa contraddizione con l’interesse pubblico e il bene comune non ha permesso di combattere le mafie ma haprovocato gravi danni alla fascia della popolazione più fragile, già colpita dalla peggiore crisi economica dal dopoguerra. Forti segnali di resistenza sono arrivati dall’attivismo della cittadinanza responsabile e da quegli enti locali che hanno dovuto affrontare diversi gradidella giustizia amministrativa per difendere le ragioni del territorio contro numerosi ricorsi avanzati dalle aziende dell’azzardo.

Il governo ha annunciato la proposta di una nuova regolazione del gioco d'azzardo in concessione statale,che dovrebbe passare il vaglio della conferenza unificata Stato Regioni fissata per giovedì 25 maggio 2017.

Come contributo di merito e offerta di collaborazione le sottoscritte associazioni e movimenti indicano alcuni punti inderogabili in linea con l’appello rimasto inascoltato reso noto il 2 aprile 2015 e che riassumiamo in pochi semplici concetti.

1. Ogni intervento nel settore dell’azzardo deve mirare a ridurre non solo l'offerta ma anche il consumo di gioco d'azzardo.

2. La pubblicità al gioco d'azzardo va, quindi,rapidamente estinta in maniera assoluta con l’impegno a discutere in Aula e approvare i progetti di legge presentati in tal senso alle due Camere da oltre 200 parlamentari

3. La giurisprudenza favorevole a Comuni e Regionideve tradursi in un concreto, esplicito e incondizionato riconoscimento agli Enti locali di totale autonomia potestà regolamentare e legislativain materia. L’ultima bozza governativa del 2 maggio è di fatto superata dalle successive pronunce dei giudici della Corte costituzionale e del Consiglio di Stato che confermano la imprescindibilità delcontributo normativo e regolamentare in materia di contrasto all’azzardo di Regioni e Comuni.

4. Le Aziende sanitarie devono dispiegare l'offerta di presa in carico terapeutico e predisporre la sorveglianza sanitaria su tutti i locali dove si esercita gioco d'azzardo, con divieto ovunque di consumo di alcolici e di fumo

5. L'articolo 14 della legge antiusura va esteso rapidamente anche alle persone fisiche, a cominciare dalle vittime di usura connessa alla dipendenza da gioco d'azzardo

6. Va stabilita una moratoria integrale di ogni tipo e struttura di nuovi giochi d'azzardo.

7. Per rendere efficace ogni azione di contrasto, vanno, infine, messi a disposizione di comuni, Asl, cittadini, ricercatori, i dati – scorporati per tipologia, provincia e città – dei flussi di denaro a oggi movimentati dall'azzardo.

Roma 23 maggio 2017

Firmatari:

ALEA Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio

AND – Azzardo e nuove dipendenze APS

AGESC Associazioni genitori scuole cattoliche

Campagna Mettiamoci in gioco

Cartello “Insieme contro l’azzardo”

Caritas Italiana ​​​

Consulta Nazionale Antiusura

Forum Associazioni Familiari

Movimento No Slot

Movimento Slot Mob

Ps. Le istanze sopraesposte sono avanzate urgentemente in prossimità della scadenza del 25 maggio.

Esse si fondano su un rigoroso metodo di approfondimento, esposto di seguito, mentre contestualmente si afferma la disponibilità delle associazioni sottoscrittrici dell'appello ad un incontro urgente con i rappresentanti del Governo, delle Regioni e degli Enti locali.

A) Il divieto di pubblicità al gioco d'azzardodev'essere assoluto, in qualunque forma e luogo. E' del tutto fallimentare, infatti, il bilancio – a circa un anno e mezzo dall'adozione – delle timide, parziali e molto spesso evase limitazioni alla pubblicità introdotte con la Legge di stabilità 2016 che la vieta nelle trasmissioni radiofoniche e televisive “generaliste” e in quelle indirizzate prevalentemente ad un pubblico di minori. Deve quindi cessare integralmente l'elusione dal divieto per i media specializzati individuati dal decreto ministeriale pubblicato nella gazzetta ufficiale dell’8 agosto 2016, e la franchigia per le lotterie nazionali e le sponsorizzazioni nei settori della cultura, dell’istruzione e della ricerca, dello sport, della sanità e dell’assistenza. Chiediamo, pertanto, l’impegno pubblico ed effettivo a portate in aula e approvare il divieto completo di pubblicità dell’azzardo contenuto nei due conformi progetti di legge presentati sia alla Camera e Senato con la firma di oltre 200 parlamentari.

B) Si richiede il concreto, esplicito e incondizionato riconoscimento agli Enti locali di totale autonoma potestà regolamentare e legislativa in materia con la facoltà per gli stessi di operare delle limitazioni anche con riferimento agli orari nonché all’individuazione dei c.d. luoghi sensibili nonché consentendo l’individuazione dei luoghi dell'esercizio commerciale del gioco d'azzardo in concessione statale. Con centinaia di sentenze confermative di provvedimenti adottati in molte province italiane, la giustizia amministrativa e le stesse magistrature superiori (Corte Costituzionale, Corte di Cassazione, Consiglio di Stato) hanno dato luogo a un'imponente mole di giurisprudenza che ha supplito ai ritardi del Legislativo e dell'Esecutivo nel normare.

C) Dopo l'entrata in vigore del Decreto dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza: – il Ministero della Salute deve entrare in possesso di tutti i dati, attualmente detenuti dal MEF (tramite l'ADM) e nelle disponibilità delle società private del gioco d'azzardo in concessione statale riguardanti l'anagrafe dei cittadini aventi conti on line e di quelli abitualmente fruitori di sale scommesse e sale delle c.d. Videolottery. Le Authority competenti (per i dati personali e per le comunicazioni) sono invitate a emettere provvedimenti urgenti affinché cessi lo sfruttamento commerciale delle basi di dati dei consumatori di gioco d'azzardo. Le Aziende sanitarie pubbliche (comunque inquadrate o denominate dalle Regioni) devono essere messe in grado di esercitare frequenti poteri ispettivi. In tutti i luoghi dove si consuma gioco d'azzardo in concessione deve entrare in vigore il divieto assoluto di somministrazione di bevande alcoliche e di fumare tabacchi, anche laddove i locali siano pur forniti di areatori o dispositivi aspiranti.

D) Il riconoscimento dello stato di dipendenza patologica da gioco d'azzardo, allorquando tale condizione abbia spinto la persona a indebitarsi a usura, deve essere valido, laddove il cittadino abbia presentato conseguente denuncia per tale reato, per l'accesso alle provvidenze di cui all'art. 14 della legge 108 del 1996.

E) Deve tuttora valere la moratoria per nuovi giochi d'azzardo in concessione e dunque è totalmente da cancellare la possibilità, prevista nel testo del Sottosegretario Baretta, di "razionale distribuzione" dei casinò nel territorio nazionale. Essendo in funzione (dall'anno 1935 a oggi) quattro case da giuoco a suo tempo autorizzate con legge (Sanremo, Saint Vincent, Campione e Venezia) la "razionale distribuzione" equivarrebbe ad apertura di nuove case da giuoco, violando palesemente la moratoria. E' altresì da respingere che i contribuenti italiani siano chiamati a sopportare l'onere del ripianamento dei debiti della citate quattro case da giuoco, peraltro inspiegabilmente escluse dal decreto sulla liquidazione o ristrutturazione di tutte le aziende partecipate pubbliche con bilanci in grave passivo per tre o più esercizi consecutivi.

NOTA DI METODO FINALE

usiamo le parole giuste per descrivere la realtà dell’azzardo

Le associazioni firmatarie di questo appello invitano a superare gli espedienti terminologici e taluni inquadramenti concettuali più volte ricorrenti nel cosiddetto progetto di riordino del "gioco pubblico", nelle diverse varianti finora presentate dal sottosegretario al MEF Giampaolo Baretta.

Mai, in nessun comma, ricorre, infatti, la dizione esatta di "gioco d'azzardo".

Il rigore di un atto istituzionale obbliga chi ha responsabilità di governo o amministrative a ricorrere a parole non equivoche per indicare l'oggetto delle normative. Davanti a un problema molto complesso – il gioco d'azzardo inflazionato e (a usare le espressioni dello stesso Baretta) "sfuggito al controllo" – le espressioni equivoche inducono sia i cittadini e sia gli stessi Primi cittadini a approvare "soluzioni" che si risolvono in netto peggioramento. Si tratta di "soluzioni" che se adottate inasprirebbero l'esposizione del Paese agli effetti nocivi di un commercio a scopo di lucro, per l'appunto quello di scommesse, slot machine e lotterie ecc., "di grave impatto per la condizione personale e sociale" (Presidente Mattarella).

Per le ragioni esposte invitiamo a dare chiarezza al testo segnalando le espressioni che si prestano ad essere equivocate e a creare incertezza:

– "Gioco pubblico" oppure "gioco legale” in luogo di "gioco d'azzardo in concessione statale";

– Anglismo in forma di acronimo AWP (Amusement With Prizes, cioè divertimento con premio) in luogo di "slot machine o apparecchi automatici per gioco d'azzardo";

– "Immagini eccessive che inducano al gioco" in luogo di "pubblicità commerciale per spingere al gioco d'azzardo"

– "Offrire l'opportunità agli enti locali" in luogo di attribuire o rinforzare competenze amministrative e regolative agli enti locali

E infine è impreciso presentare il "provvedimento Baretta" come "riforma", laddove, per l'appunto, il testo recita "costante monitoraggio dell'applicazione della riforma".


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