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Diminuiscono i reati ma aumentano i detenuti

Il XIII Rapporto Antigone illustra un aumento di 1500 unità della popolazione carceraria a fronte di un drastico calo dei reati gravi. In particolare gli omicidi sono passati dai 1.916 del 1991 a fronte dei 397 del 2016. In aumento in particolare gli stranieri

di Redazione

Diminuiscono i reati, in Italia, eppure continuano ad infittirsi le file delle persone in carcere. In sei mesi, infatti, il numero dei detenuti dei 190 istituti penitenziari della penisola è aumentato di 1.500 unità, arrivando a toccare la quota di 56.436. E mentre il calcolo dei detenuti continua a crescere, tra il 2014 e il 2015 si registra il 10,6% in meno di rapine e il 15% in meno di omicidi volontari; calano anche le violenze sessuali (-6%), furti (-6,9%) e l’usura (-7,4%). Questo è il primo dato che emerge da Torna il carcere, il XIII rapporto sulle condizioni di detenzione di Antigone. “Con l’avvicinarsi delle elezioni il tema della sicurezza, pur non trovando alcun fondamento reale nei dati, fa sempre presa sull’opinione pubblica – spiega Susanna Marietti, coordinatrice nazionale di Antigone – e sta spingendo ad aumentare la forza repressiva verso le aree più marginali della società”. In altre parole, dalla fotografia sembra che il numero dei carcerati aumenti all’aumentare della percezione del crimine, e non come conseguenza di un’impennata reale dei reati.

Gli stranieri
Secondo l'associazione, poi, vi è un effetto «criminalizzazione dello straniero», con la percentuale di stranieri che è in aumento dal 33,2% del 2015 al 34,1% di oggi. E sono 356 i detenuti su cui si concentrano i timori connessi alla radicalizzazione. Mentre sono 11 i minori detenuti con l'accusa di essere scafisti. Ma, secondo l'associazione, vi è il «forte rischio» che tra loro ci siano ragazzi indicati come tali dai veri scafisti, solo perché dovevano reggere il timone o svolgere altre piccole mansioni a bordo. Sono 356 i detenuti su cui si concentrano i timori connessi alla radicalizzazione. In particolare sono suddivisi dall'amministrazione penitenziaria in tre categorie: i "segnalati" (124), gli "attenzionati" (76) e i "monitorati" (165). Quelli in carcere per reati connessi al terrorismo internazionale, che rientrano tra i monitorati, sono 44. l rapporto spiega che le pratiche per le quali si decide di avviare un'osservazione vanno dagli «atteggiamenti sfidanti nei confronti dell'autorità» al «rifiuto di condividere gli spazi con detenuti di altre confessioni» ai «segni di giubilo a fronte di catastrofi naturali o attentati in Occidente» ed «esposizione di simboli e vessilli correlati al Jihad». Fino a qualche mese fa i detenuti accusati di terrorismo islamico erano custoditi presso le carceri di Rossano (dove se ne contavano 9) e di Sassari (18 presenti). Oggi un'apposita sezione è stata istituita nel carcere di Nuoro.

Sono 69 gli spazi di preghiera per musulmani, gli imam 47
Sono soprattutto marocchini gli stranieri in carcere (18,2% del totale), poi romeni (14,1%), albanesi (13,6%) e tunisini (10,5%). I detenuti musulmani sono 6.138 unità (11,4%), gli ortodossi 2.263 (4,2%), oltre la metà sono cattolici. Ma ci sono 5mila detenuti che provengono da paesi tradizionalmente musulmani che non dichiarano il proprio credo, «il che – spiega Antigone – indica una reticenza a dichiararsi musulmani per evitare lo stigma». L'amministrazione penitenziaria sta provvedendo a dotare le carceri di spazi adibiti a sale di preghiere per i musulmani, al momento sono 69, gli imam 47.


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