Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Welfare & Lavoro

Bimbo morto per otite, gli omeopati: siamo medici, non stregoni

Il presidente dell'Associazione dei produttori di medicinali omeopatici denuncia il clima da caccia alle streghe, e puntualizza: «I medicinali omeopatici sono farmaci a tutti gli effetti, e la nostra non è una medicina alternativa. Il problema non sono i farmaci, ma l'uso che il medico ne fa». In Italia 8 milioni di utilizzatori, tra cui molti pediatri: uno su tre li prescrive ai piccoli pazienti

di Gabriella Meroni

«La medicina è una sola, e noi siamo medici. Il problema non sono i farmaci omeopatici, che sono farmaci a tutti gli effetti, ma l'uso che se ne fa». È categorica la presa di posizione di Giovanni Gorga, presidente di Omeoimprese, l'associazione che rappresenta le aziende che producono e distribuiscono i farmaci omeopatici. L'omeopatia è infatti sotto accusa dopo il caso del bambino di sette anni morto per otite dopo essere stato curato con medicinali omeopatici e non con antibiotici.

Gorga sente puzza di caccia alle streghe. E puntualizza: «Una volta sono i no vax, un'altra quelli che sostituiscono la chemioterapia con cure complementari. Poi c'è chi attacca strumentalmente il settore e parla di acqua fresca perché non conosce l'utilizzo dei nostri farmaci, e c’è chi addirittura parla di terapie alternative. Alternative a cosa? La medicina è una sola». L’omeopatia – sottolinea – è utilizzata da 20.000 medici italiani, laureati in medicina e iscritti ad appositi registri dopo aver frequentato scuole di specializzazione accreditate, come previsto da una legge dello Stato del 2012 «a tutela dei pazienti e contro la pratica del fai da te. Se un intervento non riesce non è colpa del bisturi, bensì della mano del chirurgo che lo ha utilizzato. Questo vale per l'omeopatia e per qualunque categoria farmaceutica».

«I nostri farmaci – continua il presidente di Omeoimprese – sottostanno alle regole dell'Agenzia Italiana del Farmaco, come avviene per i generici, i radioterapici, gli emoderivati e qualunque altra classe farmaceutica. Secondo quanto disposto dalla legge di stabilità 2015, entro il 30 giugno dovremo presentare all'Aifa la documentazione relativa ai singoli preparati per ottenere l'autorizzazione all'immissione in commercio, nel rispetto della normativa europea in vigore, e a tutela e sicurezza dei pazienti. Dunque il problema non sono i farmaci omeopatici, bensì l'utilizzo che ne viene fatto».

Secondo un'indagine di EMG Acqua/Omeoimprese svolta un anno fa. sono 8 milioni gli italiani che usano l’omeopatia almeno una volta all’anno; il 4,5% della popolazione si affida alle cure complementari con una frequenza quotidiana/settimanale e il 60,4 per cento degli users di medicinali omeopatici sono donne per lo più di un’età compresa tra i 35 e i 54 anni. Oltre la metà degli utilizzatori (53,7 per cento) ha un’istruzione superiore. Chi ricorre all’omeopatia lo fa mediamente da 6,5 anni ed ha iniziato su consiglio del farmacista (22,6%), di parenti e amici (21,7%), del medico generico (15,3%), dello specialista (14,1%). Si curano soprattutto riniti, raffreddori, influenze (63,6%), dolori articolari o muscolari (30,4%), allergie e problemi all’apparato respiratorio (21,8%). Un altro dato rilevante è l’utilizzo degli omeopatici in pediatria: 1 medico su 3 li prescrive ai bimbi.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA