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Cooperazione & Relazioni internazionali

Cina: gli attivisti infiltrati nella fabbrica di Ivanka e fatti scomparire

Erano entrati sotto copertura negli stabilimenti in cui vengono assemblate le scarpe del marchio di Ivanka Trump, per indagare sulle condizioni dei lavoratori, i tre attivisti dell’Ong China Labor Watch, di cui si sono perse le tracce. Secondo il direttore dell’organizzazione, in 17 anni di lavoro, questa è la prima volta che accade una cosa simile

di Ottavia Spaggiari

È un episodio sinistro che potrebbe diventare l’ennesimo boomerang per la Casa Bianca, quello riportato mercoledì dal Guardian. Tre attivisti cinesi dell’ONG newyorkese China Labor Watch, che si occupa di contrasto allo sfruttamento dei lavoratori, sono scomparsi dopo essersi infiltrati nella fabbrica dove vengono cucite le scarpe dell’azienda di Ivanka Trump, per indagare sulle condizioni di lavoro. Secondo alcune fonti, il legame tra il marchio e la famiglia del presidente hanno probabilmente causato un trattamento più duro da parte delle autorità.

Hua Haifeng, 36 anni, lavora per China Labor Watch da dieci anni e stava indagando su una fabbrica nella provincia di Guangdong, quando, durante una trasferta, è stato fermato e poi rilasciato dalla polizia a Shenzhen al confine con Hong Kong. Hua è stato poi nuovamente arrestato nella provincia di Jiangxi e da allora la moglie non ha più avuto notizie. Lo stesso è accaduto ai colleghi Li Zhao e Su Heng, anche loro impegnati nell’inchiesta su una fabbrica che assembla le scarpe del marchio di Ivanka Trump nella provincia di Jiangxi.

“Credo che siano stati fermati perché la fabbrica realizza i prodotti di Ivanka Trump, quindi adesso questa situazione è diventata politica e molto complicata,” ha dichiarato Li Qiang, direttore esecutivo di China Labor Watch. “Lancio un appello al Presidente Trump e alla stessa Ivanka e al suo brand, perché si muovano e facciano pressione per il rilascio dei nostri colleghi”. Nello stabilimento, gli attivisti avevano assistito ad una serie di violazioni dei diritti dei lavoratori, tra cui pagamenti sotto la soglia minima e violenza verbale. Li ha affermato di aver contattato il marchio di Ivanka Trump lo scorso 27 aprile per denunciare le violazioni emerse dall’indagine e chiedere che i fornitori dell’azienda in Cina rispettassero la legge, in più di un mese, però non è stato implementato nessun cambiamento.

I rapporti tra Trump e il presidente cinese Xi Jinping, si sono stretti negli ultimi mesi, dopo che in campagna elettorale il presidente americano aveva ripetutamente usato toni durissimi, attribuendo ai cinesi la perdita di posti di lavoro negli Stati Uniti. Dall’elezione di Xi Jinping nel 2013 le Ong straniere sono state sottoposte a crescenti controlli ma, secondo il China Labor Watch, non era mai accaduto niente di simile.

“Negli ultimi 17 anni, abbiamo condotto centinaia di indagini nelle fabbriche in Cina, e questa è la prima volta che qualcuno dei nostri attivisti è stato fermato,” ha aggiunto Li, spiegando che solitamente gli attivisti sono cacciati dalla fabbrica o, nel peggiore dei casi, interrogati dalla polizia, prima di essere rilasciati. Tra gli stabilimenti in cui ha portato avanti le indagini China Labor Watch, anche quelli della Apple e della Samsung.


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