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5 per mille, ormai è deciso: chi prende “troppo poco” non avrà nulla

L'intenzione del governo di inserire uno sbarramento verso il basso è stata confermata dal sottosegretario Luigi Bobba ieri al Convegno "10 anni di 5 per mille" organizzato da Vita a Bologna. «Se per chiedere il contributo si spende di più di quanto si incassa, si arriva al non-senso». Per avere la certezza occorre attendere un Dpcm

di Gabriella Meroni

«Ricevere il 5 per mille è cosa buona, ma deve valerne la pena»: così al Convegno "10 anni di 5 per mille" promosso da Vita ieri a Bologna, il sottosegretario Luigi Bobba ha chiarito un passaggio concettuale del prossimo decreto sul 5 per mille che il governo ha scritto e presentato in Consiglio dei Ministri, e che attualmente si trova al vaglio delle Commissioni parlamentari. Si va dunque verso l'inserimento di uno "sbarramento verso il basso" per le piccole organizzazioni che ricevono poche decine di firme: sotto una certa soglia di contributo, è parso di capire, non si avrà nulla. «Che senso ha attivare la procedura, magari farsi pubblicità, e ricevere 5 o 10 euro?», si è chiesto Bobba. «Se le spese amministrative e lo sforzo organizzativo è ben superiore al vantaggio, non ne vale proprio la pena».


Il video della diretta del convegno "10 anni di 5 per mille"

Parole chiare, che attendonpo una conferma scritta, che potrebbe arrivare anche attraverso lo strumento di un Dpcm da emanare successivamente al 3 luglio data della definitiva chiusura dell'iter della Riforma del terzo settore. E sempre a un futuro Dpcm si affida anche un'altra spinosa questione: quella dello "sbarramento verso l'alto", una misura cioè che "impedisca" alle grandi organizzazioni di portarsi a casa quantità illimitate di euro a scapito delle altre che possono contare su una platea più contenuta di sostenitori; quanto così ricavato sarebbe poi ridistribuito agli enti "poveri". Che, tra l'altro, sono la maggioranza assoluta: ricordiamo infatti che nel 2015 – ultima annualità pubblicata – il 92% degli enti ha raccolto meno di 500 firme, e il 4,5% addirittura zero, mentre le associazioni con oltre 5000 sostenitori erano solo 174 su oltre 39mila. «Questo sarebbe un provvedimento di una iniquità assoluta», ha però ribattuto Niccolò Contucci, direttore generale di Airc, la prima organizzazione per consensi con oltre 65 milioni di euro raccolti. Vedremo come andrà a finire.


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