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Wael Farouq: «Io, sull’Islam, sto con il Papa»

Sandro Magister su l’Espresso ha usato un editoriale di Avvenire firmato dal professore di scienze linguistiche dell’Università Cattolica per mettere Francesco in contrapposizione a Benedetto XVI. Il docente egiziano però non ci sta: «estrapolare ciò che ho scritto dal suo contesto per screditare la coraggiosa apertura del Pontefice verso l’Altro è disdicevole»

di Lorenzo Maria Alvaro

«La classe intellettuale musulmana deve trovare la sua strada per uscire dalla crisi in cui si trova. Ed è una crisi dell’uso della ragione, come giustamente indicava papa Ratzinger a Ratisbona». È questo uno dei virgolettati dell’editoriale apparso su Avvenire del 4 giugno a firma di Wael Farouq che Sandro Magister a commentato su l’Espresso. Per il vaticanista quelle parole del docente egiziano significano una sola cosa ed è chiarissima sin dal titolo “Ci voleva un musulmano per dire ciò che per papa e vescovi è tabù”. In sostanza Farouq (che si chiama Wael e non Fael come Magister scrive ripetutamente) parlando degli atti terroristici compiuti in tutto il mondo in nome dello Stato islamico e di altre formazioni jihadiste «va appunto alla radice di questa ondata di violenza, di cui portano responsabilità – spiega – anche le guide dell'islam cosiddetto "moderato" e, per altre ragioni, i paesi occidentali con il loro decantato "multiculturalismo"». Questo, sempre per il vaticanista, è la stessa tesi sostenuta da Benedetto XVI ma non quella di Papa Francesco e dal neo presidente Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti.


Ha letto il pezzo su l’Espresso in cui Sandro Magister ripropone il suo editoriale?
Fa piacere che L’Espresso ospiti un mio articolo, ma estrapolare ciò che ho scritto dal suo contesto per screditare la coraggiosa apertura di Papa Francesco verso l’Altro è disdicevole. La differenza fra il Papa e quelli che lo criticano da destra o da sinistra è che, mentre questi ultimi, partendo da prospettive ideologiche diverse, trattano l’islam e i musulmani come un pericolo, una crisi, una sfida o un problema, lui li tratta, secondo quanto gli detta il vero amore che ha per loro, di cristiano sincero, come persone ed esseri umani.

Quindi lei non ha detto quello che Magister sostiene…
La scienza analizza i fenomeni e, per poterli comprendere, ci mette di fronte a fatti puri e semplici. Tuttavia, ciò che facciamo di questi fatti puri e semplici cade al di fuori della sfera scientifica. La formulazione di giudizi su una persona o su un gruppo umano pertengono a un altro ambito, quello dell’etica.

Può fare un esempio per chiarire?
Immaginate questa scena: un malvagio assassino, noto a tutti, afferra la testa della vittima prescelta, estrae il coltello e gliela taglia sotto lo sguardo generale. Scoppia la rivolta. Uno grida: “Infame coltello!” Un altro dice: “Coltello senza cuore!” Un terzo dice: “Non c’è da stupirsi, è la sua natura di coltello! Guardate la sua lama affilata! Guardate la sua estremità appuntita!” Un quarto ribatte: “Sì, ma ci sono anche coltelli senza lama”. E un altro: “E coltelli che non tagliano più”. Dopo ogni attacco terroristico, i codardi e gli ipocriti si mettono a criticare il Corano, mentre i coraggiosi, come il Papa, gridano in faccia all’assassino.

Quindi è un problema di comprensione di quello che dice Francesco?
Per capire il Papa, si dovrebbe prima avere il suo amore e la sua etica, e prima ancora il suo coraggio, perché non ho sentito nessun altro denunciare il commercio di armi, né il suo ruolo nell’alimentare le guerre e il terrorismo, eccetto lui.


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